
«Le inondazioni, gli straripamenti, le frane che in queste ore stanno investendo la regione Abruzzo ci consegnano ancora una volta una fotografia del territorio abruzzese abbandonato al suo degrado. Troppo spesso la natura diventa pericolosa a causa di azioni non curanti, irrispettose e superficiali che mettono a rischio popolazioni intere». Così, l’Unione degli Universitari ha espresso in un comunicato la più profonda solidarietà alle popolazioni colpite dalle recenti devastazioni. Tasto dolente è, come si legge, l’impoverimento di un ramo ferreo universitario, quale ingegneria per l’ambiente e il territorio e corsi fondamentali di ingegneria civile-ambientale ed Ingegneria edile-architettura.
«E’ ancora una volta importante, mentre si contano le vittime, gli sfollati e i danni di quello che è un disastro annunciato, rimettere al centro i temi della prevenzione, della cura del territorio e dell’ambiente e di politiche urbanistiche ed edilizie che tengano conto delle peculiarità del territorio abruzzese. Ogni fenomeno naturale estremo ci ricorda come l’Abruzzo, caratterizzato da un patrimonio territoriale importante e altamente diversificato, sia una regione ad alto rischio ambientale. Basta guardarsi attorno per rendersi conto di quante “ferite” ci siano ancora da rimarginare: incendi, frane, terremoti e alluvioni continuano ad essere una costante della storia abruzzese».
«Per questo – si legge nella nota – è sempre più evidente la necessità di investire su politiche che si orientino sia alla salvaguardia e alla tutela del territorio che alla gestione delle emergenze e dei rischi. Tra i soggetti protagonisti c’è sicuramente il sistema universitario, spendendo le proprie forze sullo sviluppo della ricerca e facendo formazione in tutti quei settori scientifici fondamentali per affrontare queste criticità territoriali. Naturalmente è poi indispensabile che la Regione, le autorità di bacino, i comuni, facciano rispettare le norme e rendano effettivo ciò che gli studi evidenziano come interventi o tutele indispensabili. L’Università dell’Aquila mostra nella sua offerta formativa corsi come ingegneria civile, ingegneria dell’ambiente e del territorio, ingegneria edile-architettura, nei quali vengono affrontate tematiche fondamentali per il territorio abruzzese e per l’intera penisola italiana«.
«L’Univaq ha gli strumenti per formare figure in grado di prevenire situazioni drammatiche, mitigare i rischi e programmare interventi. Ad oggi i tagli all’offerta formativa che si paventano vedrebbero sparire un percorso del ramo di Ingegneria per l’ambiente e il territorio e corsi fondamentali di ingegneria civile-ambientale ed Ingegneria edile-architettura. Già lo scorso anno la magistrale di ingegneria Civile ha visto la soppressione e l’accorpamento di esami fondamentali sia del ramo idraulico che del ramo strutture; è da irresponsabili, in una regione come quella abruzzese, dove il territorio da risorsa primaria si tramuta troppo spesso in rischio, non investire più e quindi non avere più insegnamenti fondamentali di Costruzioni, Idraulica e Urbanistica. Su questi temi l’Università dell’Aquila e il sistema universitario abruzzese devono investire risorse per potenziare i campi della ricerca. Nelle strutture dell’Università dell’Aquila è presente un importante laboratorio di idraulica nella sede di Monteluco di Roio con un canale marittimo lungo 45 m e una vasca marittima; a breve verrà istallata la “piattaforma vibrante” per la simulazione dei terreni soggetti a scosse sismiche, ma si rischia, con i tagli che si stanno operando, di ritrovare questi laboratori vuoti, senza docenti e ricercatori».
«E’ necessario – conclude l’Udu – che la regione si renda conto che la formazione e la ricerca in quei settori, come in quelli delle scienze ambientali e della terra e della fisica dell’atmosfera, va tutelata, che avere figure professionali competenti e preparate nei comuni e nel territorio non solo limita i rischi ma consente interventi mirati efficaci. Investire nella ricerca, nella formazione e nella didattica adesso significa tutelare e salvaguardare il territorio».