Polo elettronico, ‘fenici’ a primavera

6 dicembre 2013 | 14:14
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Polo elettronico, ‘fenici’ a primavera

di Antonella Calcagni

Invitalia avrebbe concluso positivamente la scrupolosa istruttoria sulla Accord Phoenix, la società che intende insediarsi all’interno del polo elettronico per riciclare apparecchiature elettroniche esauste. L’iter si sarebbe concluso, si attende solo la formalizzazione della decisione. Poi la palla passerà alla Regione che dovrà effettuare le procedure di impatto, optando per la Via o la Vua, che risulterebbe più breve. È scaduto 15 giorni fa il termine di 45 giorni della pubblicazione sul Bura.

L’ex parlamentare Giovanni Lolli conferma che «l’iter si è ormai concluso tanto che la Accord – ha riferito – ha formalizzato già la richiesta di locazione per la parte di immobile di proprietà di Finmek Solution gestita dal commissario Gian Luca Vidal. Una richiesta che ha determinato il passo indietro da parte del commissario del consorzio per il nucleo industriale, Lorenzo Di Marzio a retrocedere dalla volontà di tornare in possesso dell’immobile in base alla legge Pirelli».

La manifestazione di interesse di Accord Phoenix, ha attivato anche un altro benefico procedimento: «il rinnovo per 6 mesi della cassa integrazione straordinaria per i dipendenti degli stabilimenti Finmek dell’Aquila e di Sulmona – ha aggiunto Lolli – Attualmente i lavoratori sono senza ammortizzatori sociali; grazie all’offerta di Phoenix il procedimento, al vaglio del ministero del Lavoro, potrà essere concluso positivamente». La Regione ora dovrà fare la propria parte, accelerando al massimo i tempi, in modo da consentire all’azienda di avviare i lavori tesi ad innalzare le volte del capannone e essere operativa in primavera.

Anche il sindaco Massimo Cialente ha espresso soddisfazione per la vicenda Phoenix, parlando di una istruttoria scrupolosissima da parte di Invitalia: «Se si fosse fatto altrettanto ai tempi de vari Fulchier – commenta – non avremmo avuto così tanti problemi nel polo elettronico».

Il sindaco ha annunciato che ieri sono arrivati i primi 10 milioni per il Gran Sasso sempre “targati” Invitalia. Via dunque alla privatizzazione; 4 gruppi, di cui uno straniero, sarebbero già interessati.