
Potrebbe slittare la sentenza del processo d’appello per stupro, in corso all’Aquila, nei confronti dell’ex militare campano di stanza all’Aquila, Francesco Tuccia, in un primo momento prevista per la serata di oggi.
L’avvocato dell’imputato, l’aquilano Antonio Valentini, che affianca il collega campano Alberico Villani, ha infatti presentato un’istanza di approfondimento delle indagini, chiedendo in particolare una perizia medica.
La strategia dei difensori potrebbe essere quella di chiedere il riconoscimento delle attenuanti generiche, e che il loro assistito non venga giudicato per il reato di violenza sessuale, in virtù di un «atto sessuale consenziente finito male», bensì solo per quello di lesioni colpose.
La corte, una volta riunita in camera di Consiglio, dovrà valutare la richiesta di perizia. Se la decisione sarà negativa, i giudici andranno a sentenza, altrimenti servirà un approfondimento di indagine per il quale dovrà essere fissato un termine.
Per l’avvocato della giovane vittima, Enrico Gallinaro, tuttavia, «non esistono i presupposti per concedere le attenuanti generiche. Ritengo il fatto di una gravità tale – aggiunge – che si giustifica il riconoscimento dell’aggravante della crudeltà e sevizie e quindi un aggravio della pena. Questa è una mia opinione, vedremo quale sarà la valutazione della corte». I fatti contestati a Tuccia avvennero la notte tra l’11 e il 12 febbraio 2012, all’esterno di una discoteca di Pizzoli (L’Aquila).