Nessun do ut des per l’Ospedale Castel di Sangro

9 dicembre 2013 | 15:06
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Nessun do ut des per l’Ospedale Castel di Sangro

A proposito degli Ospedali abruzzesi che il governo centrale ha intenzione di sopprimere, il Consiglere Provinciale Rinaldo Mariani riabadisce l’importanza dell’Ospedale di Castel di Sangro che pur «non avendo il minimo di posti letto per aver garantita la sopravvivenza , come ha fatto notare il Governo Centrale, di fatto offre assistenza ad un territorio considerevolmete disagiato interprovinciale ed interregionale di di dimensioni enormi».

Con la chiusura e limitazione di alcuni presidi Ospedalieri (Casoli ) e la limitazione di Agnone e Venafro(Molise) di fatto il Pronto Soccorso di Castel di Sangro e «l’unico per un territorio vastissimo».

«Bisogna inoltre considerare – si legge ancora nel comunicato divulgato da Rinaldo Mariani – l’enorme afflusso turistico nel territorio Altosangrino che porta per almeno 120 giorni all’anno ad una decuplicazione della popolazione. Ma nonostante ciò , periodicamente assistiamo a strane tentazioni di chiusura , non tanto da parte della Regione, che conosce bene la situazione, quanto dal Governo Centrale . Di fronte a questi tentativi periodici che alla lunga potrebbero avere la meglio , non dobbiamo farci trovare impreparati».

Il Consigliere Rinaldo Mariani ribadisce quindi, come già in altre circostanze aveva già suggerito, la necessità di dare un indirizzo traumatologico sportivo all’Ospedale, in accordo con L’Università dell’Aquila in modo particolare con la Medicina dello Sport. «Si può fare dell’Ospedale di Castel di Sangro un’eccellenza (come gia ‘ e ‘ avvenuto per alcuni Ospedali del Nord, vedi Sondalo ed altre strutture nel Trentino). La presenza di un centro di eccellenza di traumatologia sportiva deve prevedere tra l’altro la presenza di un Chirurgia d’Emergenza. E’ questo l’unico modo – conclude nella nota – per poter garantire la sopravvivenza dell’Ospedale e per poter continuare ad offrire servizi sanitari ad un popolazione che vive un continuo disagio territoriale».