
di Claudia Giannone
Ettore Picardi presenta la sua nuova opera: “Processo alla poesia ed altri misfatti”, composto di due libri di poesie, legate da un inedito filo conduttore.
La presentazione ha luogo nella Sala Convegni dell’Hotel Canadian, alle ore 18 di domenica 15 dicembre. Un impegno prenatalizio che riesce a far sorridere più volte il pubblico.
Il magistrato mette in scena una simpatica rappresentazione, davanti a una trentina di persone: è lui ad essere l’imputato, in questo caso, difeso dall’attrice Veronica Barelli. A portare avanti il processo contro di lui è Francesco Tranquilli, questa volta nei panni del procuratore Paolo Parigi: molte le accuse per l’indagato, assolto in primo ed in secondo grado.
È la Cassazione ora a decidere: il procuratore attacca, “l’adorabile controparte” risponde, l’imputato ha la possibilità di dire la sua, ma viene contraddetto in più occasioni dall’avversario in aula.
Accusato di arroganza, di megalomania, di esibizionismo. Accusato di infedeltà, oltre che di blasfemia. Il procuratore è agguerrito, porta avanti in ogni modo la propria tesi: colpisce l’imputato con diversi metodi, con versi di Oscar Wilde, con parole provenienti dalle poesie dello stesso Picardi. Alla fine, però, ogni accusa è resa vana dalle risposte dell’arringa difensiva, che allo stesso modo si serve di vari metodi per raggiungere il proprio obiettivo: l’assoluzione anche in terzo grado.
E grazie anche agli interventi dell’imputato, alla fine la giustizia trionferà sulla questione poetica innalzata dall’accusatore.
«Quando si è giovani, si sente la necessità di voler dire tutto – ha affermato il magistrato al termine della presentazione – ma quando si cresce si raggiunge la capacità di non dire ogni cosa. Secondo me, non c’è nulla di più concreto della poesia. Ho un’indole maggiormente creativa, posso dire che è il pubblico ministero che si è dovuto adattare ad essa. La poesia non è semplicemente un addobbo, ma un’eterna colonna sonora dei nostri giorni».