Il satollo non crede all’affamato

20 dicembre 2013 | 20:03
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Il satollo non crede all’affamato

di Nando Giammarini

Premesso che le aziende Municipalizzate sono una ricchezza per i loro territori e non merce da svendere – soprattutto se parliamo di “Gioielli di famiglia” come l’Acea la cui privatizzazione sonoramente bocciata da un referendum popolare del 2011, determinò dopo una lunga battaglia in aula Giulio Cesare la disfatta politica dell’ex Sindaco Alemanno e della sua Giunta – non si riesce a capire il senso dell’emendamento Lanzillotta.

Lei, ex assessore all’economia ed al bilancio del Comune di Roma nel 93 con l’Amministrazione Rutelli, attuale Vice Presidente del Senato per Scelta Civica non è certo l’ultima arrivata non oserei parlare quindi di una “leggerezza” ma di uno strano comportamento assurdamente avallato dal M5S, ingenerosamente dal Pd, dai signori delle camice verdi.

Agli occhi dell’ingenuo cittadino, dell’uomo della strada, appare quantomeno strano il miscuglio di maggioranza che si è creato per approvare l’emendamento in Senato. Pensare alla vendita dell’ Acea ed alla privatizzazione di società Comunali come l’Ama e l’Atac arrivando ad ipotizzare il licenziamento del personale dipendente per ragioni di bilancio è una vera bestialità che neanche i regimi fascisti più reazionari hanno mai ventilato.

Si rischia davvero un terremoto politico nella Capitale: alla diffusione della notizia l’Amministrazione Comunale di Roma guidata dal sindaco Marino si è immediatamente schierata contro; lo stesso hanno fatto Dario Nanni, presidente della Commissione Lavori Pubblici di Roma Capitale ed Umberto Marroni, attuale deputato ed all’epoca della privatizzazione proposta da Alemanno era capogruppo del Pd.Sebbene i tempi stringano – poiché il Decreto Salva Roma, del cui pacchetto fa parte l’emendamento Lanzillotta, deve essere convertito entro il 31 dicembre quindi passare in aula al Senato e poi tornare alla Camera.

Le diverse posizioni del Pd romano, che mi auguro siano minime e tutti si schierino contro l’emendamento, non aiutano. Io stesso, contrario in linea di principio alle privatizzazioni, soprattutto se arrivano a prevedere licenziamenti, cosa davvero inumana ed incresciosa , poiché parliamo di mamme e padri di famiglia che nonostante il lavoro non riescono ad arrivare a fine mese. Sono contrario in linea di principio a qualsiasi privatizzazione, anche alla luce degli smembramenti che vengono effettuati a discapito dei dipendenti; esse servono solo ad ingrassare i singoli privati che poi, guarda caso, sono sempre gli amici degli amici.

Una per tutte la Centrale del latte di Roma – privatizzata dalla stessa Senatrice di Scelta Civica, all’epoca in cui era Assessore al Comune di Roma, in epoca rutelliana – un fallimento completo e totale. Grande eco ha avuto la notizia in rete e tutti si sono rivolti , anche con toni forti e vibranti ai loro parlamentari di riferimento.

Io, da abruzzese di origine, riporto la mia alla senatrice Pezzopane da sempre attenta a quelli che sono i problemi dei lavoratori. «Onorevole Senatrice: La prego di intervenire, in Senato, contro la vergogna della privatizzazione dell’Acea di Roma, un gioiello della Capitale, già bocciata con un Referendum e cosa ancor più scandalosa il licenziamento dei dipendenti Ama Atac . Contro questo provvedimento impopolare, un vero scempio, già proposto da Alemanno, il Pd romano – alla cui testa c’era il nostro comune amico, Dario Nanni attuale presidente della Commissione Lavori Pubblici di Roma Capitale – si battè come un leone arrivando quasi alle barricate in alula Giulio Cesare ed il Sindaco uscente fu sonoramente bocciato alle elezioni del giugno scorso a Roma ed in tutti i Municipi. Non so su quali principi si basi il discorso della Lanzillotta nel proporre e sostenere tali scempi.

A tanto ( licenziamenti del personale ) non arrivata mai neanche la destra più fascista e reazionaria. Intanto l’Amministrazione Comunale per bocca del Sindaco Marino e con tutti i consiglieri di maggioranza si è espressa contro la sciagurata iniziativa. Grazie. A Seguire la dichiarazione di Dario Nanni, Presidente della Commissione Lavori pubblici di Roma Capitale: «L’ emendamento Lanzillotta approvato dalla commissione Bilancio del Senato in favore di una dismissione delle quote di Acea in possesso del Comune di Roma è totalmente privo di senso. Sul punto si è già espressa due anni fa la cittadinanza con un apposito Referendum, senza contare che una lunga e difficile battaglia è stata condotta in Assemblea Capitolina dal Partito Democratico per garantire i servizi ai romani e far rispettare quella volontà popolare. E’ avvilente – aggiunge – dover constatare come vi siano parlamentari totalmente scollati dalla realtà che non si preoccupano minimamente di fare gli interessi dei cittadini. E’ bene si sappia da subito, però, che ostacoleremo questo provvedimento con ogni mezzo».

All’Onorevole Lanzillotta vorrei ricordare un vecchio proverbio abruzzese che mi ha insegnato mia madre: ”Il satollo non crede all’affamato”. E’ facile, Senatrice, parlare di licenziamento per i dipendenti delle municipalizzate – gente che rischia di persona la vita ogni momento sulla strada, nell’adempimento del proprio dovere, per riparare guasti delle condutture idriche, alla guida di un autobus dell’Atac o di una spazzatrice dell’AMA di notte come di giorno per 1300 euro al mese – dalle comode poltrone dello scranno del Senato e con due stipendi da onorevole che, immagino equivalgano a quello annuale di un dipendente cui il suo emendamento vorrebbe dare la possibilità di licenziamento.