
In natura non c’è certamente animale che più del Lupo abbia colpito l’immaginazione dell’uomo fin dalla più remota antichità.
Immancabilmente il ruolo è stato quello del cattivo, del predone famelico e spietato. Ma chi è veramente il Lupo?
I risultati delle ricerche scientifiche hanno ormai rivelato un profilo ben diverso da quello efferato della leggenda.
Ormai è largamente conosciuto, grazie anche alla attività di educazione ambientale condotte soprattutto dai parchi, il ruolo di selettore naturale, il comportamento sociale e strutturato. Il Lupo è schivo e intelligente, difficile da avvistare in natura.
Per contribuire al miglioramento della conoscenza di questo eccezionale predatore, l’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha avvertito la necessità di produrre un libro dedicato a questa importante specie.
Esce perciò in questi giorni, nei Centri Visita del Parco e verrà successivamente divulgato, il Quaderno n. 2 “Conoscere il Lupo”, con presentazione del Commissario Giuseppe Rossi e la preziosa collaborazione di Paolo Ciucci e Luigi Boitani, del Dipartimento di Biologia e Biotecnologia della Università La Sapienza di Roma, che hanno realizzato gratuitamente i testi come contributo alla conservazione delle due importanti specie presenti nel Parco, costituite appunto dal Lupo appenninico e dall’Orso bruno marsicano.
Grazie, infatti, a un finanziamento della Edison, il Parco ha potuto riattivare la Collana “I Quaderni del Parco”, dedicando i primi due titoli all’orso bruno marsicano e al lupo. Il Quaderno numero 1, dedicato all’orso, ha riscosso grande successo ed è praticamente esaurito.
Il Quaderno del Lupo, di 52 pagine, illustra sinteticamente tutte le principali problematiche che interessano il predatore in Italia, dalla gestione su scala locale alla distribuzione, allo status di conservazione, dalla Biologia ed etologia al Lupo nella storia, nei film, nella letteratura, dal conflitto con l’uomo alla possibilità di coesistenza, al suo futuro nel Parco e in Italia.
«Il mondo ha bisogno del sentimento di orizzonti inesplorati, dei misteri degli spazi selvaggi. Ha bisogno di un luogo dove i lupi compaiono al margine del bosco, non appena cala la sera, perché un ambiente capace di produrre un Lupo è un ambiente sano, forte, perfetto» (George Weeden, 1958).