
La storia: i pastori, la Natività, gli antichi mestieri, Erode e molto altro accompagneranno il visitatore attraverso un percorso guidato, irreale e suggestivo all’’interno delle Grotte di Stiffe, per un pomeriggio ricco di emozioni e meraviglie.
Il Presepe italiano ha avuto origine con San Francesco, nel 1223, a Greccio. Rappresenta la vittoria della Luce sulle Tenebre e la Rinascita spirituale, è collegato ad antichi riti pagani: si festeggiava la nascita del Sole il 25 dicembre. È ricco di simbolismi. È un viaggio in cui ripercorriamo le strade della memoria, i gesti dell’’infanzia, nel Tempo e nelle profondità dell’Anima; “rito” antico, collettivo e individuale, evoca dimensioni quasi dimenticate, parla un linguaggio di cui abbiamo smarrito l’’alfabeto, ma che echeggia in noi.
La grotta, simbolico e incerto confine tra luce e tenebre, accesso al regno dei misteri, mondo magico, simbolo materno, luogo della nascita miracolosa, conduce alle viscere della terra, ove, vincendo le angosce del buio, si partecipa alla nascita del Sole. L’acqua: elemento indispensabile, presente nel pozzo, nella fontana, nei fiumi e nelle cascate. È simbolo di purezza e di vita.
I Pastori sono gli umili, i diseredati di tutta l’’umanità, si mettono in cammino, il neofita si mette in viaggio, arriva alla grotta: il mistero gli viene rivelato.
Le pecore rappresentano il popolo di Dio, Cristo è unico Pastore.
Le Filatrici e le Tessitrici creano un dono per il Salvatore. La vecchia che fila la lana, nella mitologia greca, Cloto, una delle tre Moire, presiedeva al Destino dell’uomo. La filatrice simboleggia il tempo che passa nell’attesa dell’Evento, la Natività, il Rinnovamento, la contrapposizione tra il vecchio e il nuovo.
L’arrotino rappresenta il Tempo, l’eterno ritorno, la ruota gira, restituisce la vita a coltelli e forbici; è un pellegrino in cammino come l’umanità. I ferri e i chiodi del fabbro ricordano i ferri e i chiodi della croce. Il ferro rimanda al mondo degli inferi, all’allegoria della Morte, ma anche alla Rinascita: trasforma la materia in nuove forme di vita, attraverso il fuoco, energia vitale.
Lo scalpellino, a partire da blocchi di pietra, realizza portali più o meno elaborati, a seconda della disponibilità economica dell’’acquirente, realizza mangiatoie, fontane, mortai per uso domestico, pietre per i pozzi e brecce per i fondi stradali.
«Gesù nacque a Betlemme in Giudea, al tempo del Re Erode, i Magi domandavano “Dov’è il neonato re dei Giudei?[…] siamo venuti ad adorarlo.[…] Il re Erode fu preso da spavento […] disse ai Magi ‘Andate […] qualora lo troviate, fatemelo sapere, in modo che anch’’io possa andare ad adorarlo’, ma essi per un’altra via fecero ritorno al proprio paese».
Erode ricorda la Strage degli innocenti. «In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Maria e Giuseppe andarono a Betlemme a farsi registrare. Sulla strada di Betlemme accade qualcosa che muterà il corso della storia: nei tempi della città terrena ci sono i tempi della città di Dio».
Le Lavandaie, metafora del parto, purificano le vesti, nei pressi alla fonte. «Mentre Maria stava presso la fonte, le apparve un angelo», spaventata, si rifugiò in casa, l’’angelo La raggiunse e Le annunciò la nascita di Gesù.
Il Pastore che dorme è Benino, dorme e sogna, è una condizione di non-coscienza che permette un viaggio iniziatico/evolutivo, il fine ultimo è il Risveglio, la Rinascita della coscienza a un livello superiore, oltre la sfera terrena. Simboleggia il cammino esoterico verso la grotta, il percorso in discesa attraverso il sogno, è colui che sogna il presepe e guai a svegliarlo: di colpo il presepe sparirebbe.
La famiglia. Nell’’antica Roma, gli Antenati defunti vegliavano sulla famiglia, venivano rappresentati con statuette, scambiate in dono, tra parenti, il 20 Dicembre. Compito dei bimbi era lucidare le statuette e disporle in un piccolo recinto, che rappresentava un ambiente bucolico, dinanzi al quale, la famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciare ciotole con cibo e vino. Il mattino seguente, al posto delle ciotole, c’erano giocattoli e dolci, “portati” dai trapassati nonni e bisnonni.
Il Pescatore è vicino alle acque di un fiume, dove “tutto scorre”, compresa la vita stessa. Allude al Pescatore di anime, Cristo, rappresentato nelle catacombe con il simbolo del pesce.
Il Falegname non può mancare nel presepe, richiama il mestiere di San Giuseppe, presenza paterna, umile e laborioso. I falegnami erano gli artigiani più rispettati, oltre a saper leggere e scrivere, conoscevano nozioni di aritmetica, geometria e fisica. Costruivano mobili e suppellettili, con poveri strumenti a disposizione, i più abili costruivano e riparavano botti.
I Re Magi: Rappresentano il viaggio notturno della stella cometa. Essi si mossero da Oriente. All’inizio erano rappresentati in groppa a tre diversi animali, il cavallo, il dromedario e l’elefante che rappresentano: l’Europa, l’Africa e l’Asia. Sapienti, re e sacerdoti. Il Vangelo non parla del loro numero. Rivelano l’’esistenza di qualcosa di molto più appetibile e soddisfacente dei beni della terra: l’’incontenibile aspirazione dell’’uomo verso l’’auto-realizzazione, richiamano i tre colori della trasformazione alchemica della coscienza verso la consapevolezza assoluta, “nigredo”, “rubedo” e ”albedo”, e le tre età della vita: giovinezza, maturità e vecchiaia.
È necessario, per ogni tempo, poter entrare con tutto il nostro essere nel più profondo segreto dell’universo, altrimenti la grotta di Betlemme, i pastori, i magi, l’asino e il bue, saranno solo una leggenda.
È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano.
È Natale ogni volta
che riconosci i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore di amare gli altri attraverso te.
(Madre Teresa di Calcutta)
Testi curati da Giuseppina Riocci – Pro Loco San Demetrio N. V.