
Signore,
mi dovete dare atto che per un bel periodo ho cercato di lasciare in pace il “massimo” cittadino. Ho pensato, molto inopportunamente, che se lo avessi trascurato per un po’ di tempo, forse, avrebbe potuto avere l’opportunità di riflettere sulle azioni, sui pensieri, sulle programmazioni intraprese, in corso di formazione e da intraprendere a favore della città e dei cittadini per una ipotizzabile ripresa delle attività sociali, produttive e culturali, siano esse positive o negative. Una specie di esame di coscienza, meglio ancora un bilancio, come si ama definire oggi l’esame introspettivo, il cui saldo, però, appare sempre tendente al negativo. Ho sbagliato. L’ho lasciato solo troppo tempo e il “massimo” cittadino, pensando di fuggire dalla quotidiana vita di provincia, ha tentato la scalata della TV Nazionale. Si è anche rinnovato nell’aspetto. Ha evitato accuratamente il ciuffo dei capelli pendente sull’occhio, consumando due o tre bombolette di lacca forte. Si è impomatato il viso e, con certezza, si è fatto anche qualche massaggio rigeneratore, le cosiddette pezze calde. La musica, però, è sempre la stessa, tanto che, in molti, abbiamo pensato che abbia fatto in modo di mandare in onda un discorso registrato proprio nel tanto disprezzato ambiente provinciale, meglio ancora comunale. Non capisco questi repentini cambiamenti camaleontici non tanto dell’epidermide, che non provocherebbero alcun danno al prossimo, quanto degli umori di pensiero. Forse sarà una mente eccelsa che noi, comuni mortali, non riusciamo a comprendere?
[i]Mia cara Signora,
non ti avventurare in pindarici voli. Non cercare di capire ciò che si riesce a comprendere. Non esaminare l’intimo “sindacale”. Cerca, invece, di valutare che gli appigli per le sterili polemiche da quattro soldi sono terminati. Oggi non resta che arrampicarsi sugli specchi. Ma, non è detta l’ultima parola. Infatti, cercando di imitare il neo Segretario del PD, Renzi, si è dedicato alla rottamazione, non delle cariatidi politiche, ma dei prodotti dell’elettronica di cui, con la crisi economica in atto, nessuno vuol disfarsene. Però, in effetti, esiste una ricco mercato di appetibili fruitori finali per il riciclaggio delle parti rottamate, il cui costo di eventuale reimpiego risulta alquanto elevato rispetto ai costi della nuova produzione. Staremo a vedere in quale discarica potranno andare a finire! A proposito di voli pindarici, ti vorrei far notare che il “massimo” si è veramente dedicato al volo aereo, anche se con non troppa fortuna.[/i]
{{*ExtraImg_178477_ArtImgRight_300x193_}}Signore,
perché dite con scarsa fortuna, quando il volo è stato effettuato e con tanto di pubblico plaudente?
[i]Signora mia,
posso consigliarti cortesemente di sottoporti ad una accurata visita oculistica, perché ho l’impressione che non ci vedi troppo bene. Non solo. Ti comincia a scemare anche quella capacità critica con la quale hai sempre attentamente valutato gli eventi, le azioni, gli atteggiamenti dei personaggi locali e nazionali. Ti fa difetto anche la memoria. Ti dico questo perché hai già dimenticato che il primo volo avrebbe dovuto essere effettuato prima della fine del mese di agosto. Non è stato possibile perché mancavano tutte le autorizzazioni ministeriali. Successivamente è stata diramata la notizia che l’autorizzazione era stata firmata e, pertanto, si poteva procedere all’apertura della gestione dello scalo commerciale. Non è stato possibile perché mancavano gli aerei. Poi, ne è stato trovato uno, ma la compagnia, per ragioni che non sono state rese note, ha dichiarato di non essere disponibile. Finalmente è stata trovata una Compagnia francese senza lavoro che, per una manciata di euro, si è dichiarata disponibile. Prima dell’alba, dal piazzale della sede municipale, parte l’autobus alla volta di Fiumicino per imbarcarsi sul volo che avrebbe dovuto atterrare allo scalo di Preturo alle 10.30. Sui monitor dello scalo internazionale romano non appare la segnalazione e l’orario di partenza del volo per la città del “massimo”. L’attesa diventa sempre più imbarazzante. Non si riescono a capire le ragioni del ritardo. Senza apparecchio non si vola. Tu che hai studiato latino dovresti ricordare una bella affermazione di Plauto quando ammonì i presuntuosi e i “guasconi” con l’enunciazione di un significativo principio di questo tenore: “Sine pennis volare haud facile est”, “non è facile alzarsi a volo, senza avere le ali”, nel caso in esame sarebbe meglio dire “misura la forza delle tue affermazioni”. Dopo un frenetico scambio di telefonate, finalmente, si è saputo che l’aereo francese non avrebbe potuto atterrare a Fiumicino e, pertanto, era stato dirottato a Ciampino. Anche qui non era prevista l’autorizzazione allo scalo. Si è reso necessario l’intervento dell’ENAC per l’atterraggio, altrimenti il “massimo” Icaro aquilano avrebbe dovuto indossare le ali di cera per dirigersi verso lo scalo aereo aquilano per effettuare il volo inaugurale per il collegamento aereo con la Capitale d’Italia. Gli invitati si sono dovuti trasferire a Ciampino e, finalmente, si sono imbarcati. Fortunatamente si decolla. Il più è fatto, ha affermato il “massimo”. In meno di trenta minuti saremo a Preturo, anche se l’Assessore Iorio, impaurita perché non aveva mai volato prima, nutriva forti dubbi sulla veridicità della dichiarazione del “massimo”. Finalmente, l’aeromobile riesce a decollare. Il cielo, di un azzurro terso, si presenta come una cartina stradale per via delle scie bianche lasciate da un traffico aereo di intensità indescrivibile. Il volo Roma – Preturo ha dovuto seguire, di conseguenza, un tracciato tortuoso che ha provocato un certo ritardo rispetto a cronoprogramma sindacale. È arrivato a destinazione sì, ma come diceva Varrone a “coena comesa venit”, “è giunto a cena finita”. Infatti gli scolari non hanno potuto sventolare le bandierine messe a disposizione per fare scena, in quanto i preoccupati genitori li hanno richiamati a casa. I curiosi adulti, molto scettici sulla riuscita della manifestazione, erano tornati nelle rispettive abitazioni. Sul campo erano rimasti pochi dipendenti ai quali era stata accordata la pausa lavorativa per applaudire i primi viaggiatori.[/i]
Signore,
siete alquanto severo nei confronti del “massimo” combattente che, alla stregua di Don Chisciotte ha combattuto contro tutti e tutto quello che gli è capitato tra le mani. Mi sbaglio anche questa volta?
{{*ExtraImg_178478_ArtImgRight_300x193_}}Signora mia,
per una volta tanto non sei caduta in errore. È vero! Ha combattuto contro tutti e tutto,contro Berlusconi, Bertolaso, Fontana, Chiodi, Cicchetti, Tremonti, Barca, Aielli, Letta, Napolitano. Ora sono rimasti soltanto i mulini a vento, ma le pale lo avvinghieranno, trascinandolo nella polemica per il recupero di Porta Barete che, altro non è, se non una vendetta nei confronti di quel costruttore che ha mostrato i denti alle rimostranze del “massimo” comunale.
Signore mio,
per favore richiamatemi subito accanto a voi, prima ancora di essere privata della mia misera pensione di povera vedova in nome del recupero retroattivo delle enormi risorse occorrenti per i lavori di abolizione di Via Roma e il ripristino della Porta Barete. Spero solamente che, una volta rimessa in sesto la storica porta medievale, si possa mettere fine alle estenuanti lotte intestine comunali, si eliminino le infruttuose polemiche, si ponga fine alla litigiosità e si cominci a lavorare alacremente per recuperare il tempo perduto e per riconquistare la dignità che compete alla nostra gloriosa città. E così sia.