
Come annunciato il Natale di Rai 1 è iniziato a L’Aquila. Alle 7:30 di questa mattina Unomattina ha aperto il collegamento “Voci e suoni dal terremoto” con una gelida e nebbiosa piazza Duomo e con ospiti in studio Laura Tinari, dell’associazione [i]L’Aquila citta per le donne[/i] e Alessandra Rossi, imprenditrice edile.
Dopo la proiezione delle immagini dell’Aquila subito dopo la scossa fatale, le voci di persone affrante e prostate, i cumuli di macerie, gli scavi frenetici, la visione delle scene che tutti ormai abbiamo presenti nei nostri incubi, il servizio si è spostato sulla piazza dove con il giornalista Gasparri, c’erano Vincenzo Vittorini, il rettore Paola Inverardi e il presidente dell’Aquila calcio Corrado Chiodi.
Sullo sfondo delle Anime Sante Vittorini ha ricordato la sua tragedia personale e ha spiegato che la sua reazione al dolore è stata quella di impegnarsi a far cambiare mentalità su come affrontare il rischio sismico.
«Non si è riusciti a farlo del tutto e purtroppo la città sarà una città a macchia di leopardo con casa sicure e altre no, perchè non si è riusciti a stimolare tutti e a porre come valore la salvaguardia anti sismica. E purtroppo quello del 2009 non sarà l’ultimo dei terremoti…»
Il rettore ha affermato che l’ateneo si propone di costruire una nuova città nel rispetto delle norme, dando impulso alla ricostruzione con un contributo attivo e vivace precisando che il 70% degli studenti è tornato ad iscriversi e ci sono nuovi arrivi da altre regioni.
Dallo studio di Saxa Rubra Alessandra Rossi ha spiegato che «l’emergenza aquilana è stata eccezionale, ma il piano strategico avrebbe avuto bisogno di un flusso finanziario costante e spendibile anno per anno. Cosa che non è stata soprattutto per colpa di una burocrazia farraginosa e piena di intoppi».
«I soldi ci sono, ma non sono spendibili – ha aggiunto – perchè non abbiamo più la Cassa depositi e prestiti. C’è uno stallo totale» ha dichiarato la Rossi.
Laura Tinari, poi, ha spiegato che la sua associazione ‘L’Aquila città per le donne’ si propone di «studiare la ricostruzione con una visuale più ampia: il progetto vuol cogliere ed evidenziare le esigenze che le donne vivono e soffrono proponendole all’attenzione degli organi competenti comunali».
Il presidente dell’Aquila Calcio Corrado Chiodi ha con orgoglio affermato che lo sport, e il calcio in particolare, è «un elemento di aggregazione importante. L’Aquila Calcio è arrivata in prima divisione, al quarto posto in classifica, e gli stadi si sono riempiti come mai».
Il nuovo collegamento delle 8,30 ha visto protagonisti in studio Giorgio Battistelli, della Società Aquilana Concerti, e Monsignor D’Ercole e in piazza Duomo la squadra di rugby.
Il servizio si è aperto con uno sguardo all’ufficio ricostruzione della città ed è emerso che ci sono 2700 cantieri aperti, piccoli e grandi.
Un segno di impegno e di volontà che alimenta speranza nel futuro se si riuscirà a rimuovere gli ostacoli della burocrazia ed a coinvolgere la politica.
Monsignor D’Ercole ha confessato che si sarebbe aspettato di avere a cinque anni dal sisma qualche Chiesa restaurata.
Il vescovo ha lanciato ripetutamente un messaggio della speranza e della fraternità, perchè «solo rimanendo uniti si riuscirà ad operare illumnimati dalla luce che viene dal Natale».
Luigi Fabiani, presidente dell’Aquila Rugby, ha sottolineato l’aspetto essenziale che la squadra rappresenta per la storia della città, sia per l’aspetto civile che sociale «ha dato fama e lustro all’Aquila facendosi conoscere in tutto il mondo e coinvolgendo tanti bambini che si sono iscritti numerosissimi».
E’ stato ricordato l’impegno dei giocatori durante le prime ore del sisma, sia nei luoghi strategici che all’ospedale, e la figura amatissima di Ciccio Sebastiani.
Un dono particolare è stato fatto al giornalista, e tifoso accanito dell’Aquila Rugby, Paolo Di Giannantonio a cui è stata regalata una maglietta della squadra.
Giorgio Battistelli, infine, ha ricordato che la Società Aquilana Concerti non ha mai smesso di suonare, prima nelle tendopoli ed oggi nell’auditorium di Renzo Piano, con soli 300 posti ma con un’acustica straordinaria, offerto dalla provincia di Trento.
«La politica – ha concluso – deve capire che la crescita sociale e civile è legata alla cultura, che rappresenta un indotto da cui bisogna attingere. L’Aquila ha elaborato il proprio lutto ed ora ha una gran voglia di ripartire».
Dalla grigia visione della piazza avvolta da una fittissima nebbia, il campanile delle Anime Sante si erge come un simbolo di forza, tenacia e speranza di questa città che non vuole e non deve essere dimenticata.