Scosse Campania, «Area con valori alti di pericolosità»

Il terremoto di magnitudo locale 4.9 avvenuto alle ore 18.08 italiane del 29 dicembre 2013 tra le province di Caserta e Benevento è stato preceduto da un evento di magnitudo locale 2.7 alle ore 18.03 e seguito da numerosi eventi sismici di magnitudo maggiore di 2, con tre eventi di magnitudo maggiore/uguale a 3: magnitudo locale 3 alle ore 18.29 italiane, magnitudo locale 3.7 alle ore 20.49 e magnitudo locale 3.2 alle ore 21.14. A sintetizzare la sequenza sono gli esperti del blog [i]Ingv Terremoti[/i].
Il meccanismo focale del terremoto di magnitudo 4.9 secondo i sismologi «mostra una faglia estensionale (normale) parallela all’Appennino meridionale. L’orientazione e il movimento della faglia responsabile del terremoto sono coerenti con il processo attivo nella regione: l’estensione della penisola in senso nordest-sudovest».
«Quest’area – aggiungono gli esperti di Ingv Terremoti – è caratterizzata da terremoti storici con magnitudo fino a 7 e da valori alti di pericolosità. Dal punto di vista storico, grazie al catalogo parametrico dei terremoti italiani, sappiamo che gli eventi più forti localizzati nelle vicinanze di quell’area sono: la sequenza appenninica del 5 dicembre 1456 (magnitudo Mw 7.2, intensità Ix XI MCS); l’evento del 5 giugno 1688 (magnitudo Mw 7.0, intensità Ix XI MCS) nel Sannio; l’evento del 26 luglio 1805 (magnitudo Mw 6.6, intensità Ix X MCS) nel Matese».
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In serata il direttore dell’area terremoti dell’Istituto nazionale di Geofisica Claudio Chiarabba ha spiegato all’agenzia di stampa Agi che è impossibile al momento prevedere se nelle prossime ore si verificherà una scossa di uguale intensità, mentre quelle più lievi che si stanno susseguendo in queste ore sono «assolutamente normali». Quella delle 18 è stata sentita in un raggio di 100 chilometri, ha spiegato il geologo. In zone ad alta pericolosità sismica sono molto frequenti, «se ne verificano in tutto il mondo, quasi ogni giorno», ha osservato.
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