
di Antonella Calcagni
Fine anno in coda per moltissimi aquilani. La fine del 2013 coinciderà anche quest’anno con scadenze fiscali improrogabili cui si aggiungono adempimenti locali ad uso e consumo del post sisma.
Gli uffici di via Roma, Imu e Tarsu, sono stati presi d’assalto dai cittadini che ieri dovevano presentare (con scadenza entro fine anno) le autocertificazioni per gli abbattimenti Imu, pena la decadenza, o di coloro che chiedevano lumi per conguagli Tarsu o rate della tassa da pagare. Stesse code interminabili negli uffici di Via Avezzano, dove i cittadini erano molto più impazienti, anzi proprio arrabbiatissimi, dopo aver scoperto in parecchi di non figurare negli elenchi dei rimborsi traslochi pubblicati il 23 dicembre scorso.
In coda anche coloro che invece si affrettavano a consegnare le nuove fatture entro il 31 dicembre per accelerare i tempi del rimborso. Già prima dell’apertura alcuni cittadini erano in fila nei corridoi angusti di palazzo Rotilio.
Gli aquilani in coda non hanno neanche una delle caratteristiche dei lontani cugini britannici, artisti del “Queueing”. Non sanno cosa significhi stare in fila indiana, non sanno cosa sia rispettare le file.
Ognuno attiva dei veri e propri radar per beccare gli “infiltrati”. «Signora, mi scusi, lei è sicuramente arrivata dopo di me…»; «Per la Tarsu… Chi è l’ultimo?».
Certo è che l’organizzazione non appartiene al comune dell’Aquila. Neanche l’ombra di un tagliacode, ieri mattina; sarebbe bastato un numerino per dividere almeno i cittadini in fila per la Tarsu da quelli dell’Imu. Stoicamente gli impiegati hanno evitato perfino la pausa caffè o toilette per non far precipitare la situazione, e neanche a fine giornata hanno perso lucidità e gentilezza. È stata dura, però scoprire per molti, dopo tre ore di file, che sarebbe stato possibile inviare i moduli per e-mail.
In ogni caso il tempo in coda è passato velocemente. Si incontrano amici e conoscenti, l’ufficio diventa subito un salotto per parlare di tutto, a 360 gradi. Le battute al vetriolo dei cittadini hanno impedito che la noia e la stanchezza avesse la meglio: «Con tutti questi soldi di Tarsu, la spazzatura a Bazzano ce la porto io», ha esclamato una signora. Ognuno ha la propria storia di odissea fiscale da raccontare.