
Dalle prime ore della mattina oltre 40 agenti della Polizia di Stato stanno eseguendo arresti e numerose perquisizioni nella provincia aquilana. La nuova inchiesta sul post terremoto, denominata ‘Do ut Des‘ fa riferimento a presunte tangenti che coinvolgerebbero il Comune dell’Aquila su appalti legati alla ricostruzione in seguito al terremoto del 6 aprile 2009.
LE ACCUSE – Sono complessivamente otto, di cui quattro agli arresti domiciliari, gli indagati dell’inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila denominata ‘Do ut Des’. Le accuse, a vario titolo, sono millantato credito, corruzione, falsità materiale e ideologica e appropriazione indebita. Reati, secondo l’accusa, che sarebbero stati commessi nel capoluogo nel periodo che va dal settembre 2009, quindi pochi mesi dal devastante sisma che ha causato 309 vittime, al luglio 2011.
L’entità delle presunte tangenti contestate è di 500 mila euro, mentre sarebbe stata accertata l’appropriazione indebita, attraverso la presunta contraffazione della documentazione contabile, da parte di alcuni indagati, della somma di 1 milione 268 mila euro, relativa al pagamento di alcuni lavori.
LE INDAGINI – Condotte attraverso presìdi tecnici, in particolare intercettazioni ambientali e telefoniche, le indagini per gli inquirenti hanno mostrato l’esistenza di un presunto sistema corruttivo, in base al quale alcuni imprenditori interessati ai lavori per la ricostruzione post-terremoto avrebbero pagato tangenti, sia in denaro che attraverso veri e propri M.a.p. (moduli abitativi provvisori), nei confronti di funzionari pubblici, per l’ aggiudicazione di alcuni appalti relativi a lavori di messa in sicurezza.
Le misure cautelari sono state disposte dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta dei sostituti procuratori della Repubblica dell’Aquila Antonietta Picardi e David Mancini, coordinati dal procuratore della Repubblica Fausto Cardella.
GLI INDAGATI – Tra le otto persone coinvolte nell’inchiesta su tangenti e appalti post-sisma, spicca il nome dell’attuale vice sindaco dell’Aquila, Roberto Riga, indagato, all’epoca dei fatti assessore all’urbanistica.
Personaggi di spicco anche due dei quattro arrestati ai domiciliari. Si tratta di Pierluigi Tancredi, 60 anni, attuale dirigente dell’Asl numero 1, più volte assessore della Giunta di centrodestra negli anni duemila, all’epoca dei fatti consigliere comunale delegato per il recupero e la salvaguardia dei beni costituenti il patrimonio artistico della città, e Vladimiro Placidi, 57 anni, assessore comunale alla Ricostruzione dei beni culturali dopo il terremoto nel primo mandato del sindaco Massimo Cialente, nonché direttore del Consorzio dei beni culturali della Provincia dell’Aquila.
Ai domiciliari anche Daniela Sibilla, 38 anni, dipendente collaboratrice del Consorzio beni culturali e già collaboratrice di Tancredi durante i suoi mandati di assessore, e Pasqualino Macera, 56, all’epoca funzionario responsabile Centro-Italia della Mercatone Uno S.p.a.
Oltre a Riga, gli altri denunciati sono Mario Di Gregorio, 45 anni, direttore del settore Ricostruzione pubblica e patrimonio del Comune dell’Aquila, all’epoca dei fatti funzionario responsabile dell’ufficio Ricostruzione; Fabrizio Menestò, 65 anni, ingegnere di Perugia, all’epoca direttore e progettista dei lavori per le opere provvisionali di messa in sicurezza di palazzo Carli, sede del rettorato dell’Università dell’Aquila; Daniele Lago, 40 anni, imprenditore di Bassano del Grappa, Ad della Steda Spa, aggiudicataria di alcuni appalti.
Sono 13 le perquisizioni, svolte presso alcune ditte, abitazioni private e dentro gli uffici del Comune dell’Aquila.
LE REAZIONI
CIALENTE: «MI SENTO TRADITO» – Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, a seguito dell’operazione che ha portato agli arresti e alle perquisizioni per gli appalti post-terremoto, ha convocato a stretto giro una riunione della Giunta comunale «per cercare di capire, analizzare fatti, ed assumere le decisioni conseguenti».
«Sto malissimo, mi sento tradito, perché ho sempre raccomandato a tutti la massima trasparenza e il rispetto della legge», ha spiegato il sindaco.
«Avevo nominato Placidi – ha proseguito Cialente – per le sue capacità tecniche, perché in quei drammatici momenti mi serviva un tecnico e ho scelto lui in quanto direttore generale del Consorzio beni culturali, istituzione della quale il Comune é il maggiore azionista, ed ho pensato che fosse il tecnico più bravo. In riferimento a Tancredi avevo pensato a lui come consigliere comunale di opposizione, la sua delega é stata mantenuta per soli due giorni in seguito alla levata di scudi in seno alla maggioranza. Poi Tancredi si dimise perché mi disse che voleva lavorare nella ricostruzione come agente per la ricerca di appalti. Sibilla é una sua collaboratrice, gli altri non li conosco».
Per ora Cialente non ha fatto nessun commento sulla posizione del vicesindaco Roberto Riga (Api) che risulta tra gli indagati.
RIGA: «NON ME LO ASPETTAVO» – «Un fulmine a ciel sereno su una vicenda che non conosco. Confido nella magistratura, che faccia il suo corso, fornirò elementi per mettere in evidenza la mia piena estraneità». Così il vice sindaco dell’Aquila, Roberto Riga, indagato nell’ambito dell’operazione su tangenti e appalti post-terremoto che ha portato a 4 arresti.
«Per le mie azioni c’è la piena tracciabilità – sottolinea – comunque ho un’informazione di garanzia, non un rinvio a giudizio».
ALBANO: «RIGA HA FATTO BENE A DIMETTERSI» – «L’inchiesta giudiziaria che coinvolge soggetti con decisive responsabilità nella ricostruzione della nostra città è un fatto delicato che non intendiamo sottovalutare, in nessun modo. La trasparenza è una categoria imprescindibile in politica e nell’amministrazione pubblica, e questo vale ancora di più all’Aquila, dove sono in gioco la vita e la sofferenza delle persone. La trasparenza da noi assume una connotazione ulteriore, che ha a che fare con il rispetto dovuto a tutti gli aquilani e ai terremotati. Bene ha fatto il sindaco a sospendere Di Gregorio, bene ha fatto Riga a dimettersi. La ricostruzione dell’Aquila, che è un processo che va avanti e andrà ancora avanti, deve concretizzarsi senza ombre e sospetti. Nemmeno minimi. La battaglia continua e pretende trasparenza, noi continueremo a chiederla, ne va della credibilità di questa lotta, che non può farne a meno».
PIERLUIGI MANTINI – CONSIGLIO DI PRESIDENZA DELLA GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA: «DOPO GLI ARRESTI, IMPEGNO SERIO PER GARE E PIU’ TRASPARENZA» – «A prescindere dal merito, che non commento, i provvedimenti giudiziari confermano le preoccupazioni che abbiamo più volte espresso, nella ricostruzione dell’Aquila c’è poca trasparenza, poca concorrenza, con un forte rischio di mercati illegali e di favoritismi. Occorre rafforzare la cultura e la prassi delle gare pubbliche e gli uffici a ciò dedicati, come il Provveditorato alle Opere Pubbliche, ed in tal senso vigileremo per il rispetto della legalità ad ogni livello».
GUIDO LIRIS: «SINISTRA NON CREDIBILE» – «Il garantismo che da sempre appartiene alla nostra cultura non ci consente di parlare di responsabilità penali: sono altri gli organi deputati a questo. L’attuale amministrazione comunale, alla guida della città ormai da sette anni, ha grosse responsabilità politiche delle quali non si può far finta di niente. E’ messa in discussione l’organizzazione politica, la trasparenza amministrativa e la certezza delle regole nel processo di ricostruzione: le responsabilità sono in capo al sindaco e alla sua maggioranza di oggi e di ieri. Proprio per questo non è credibile la Sinistra di oggi e di ieri (anche di chi è seduto sugli scranni del Parlamento) che si dichiara indignata, addolorata e tradita. L’indignazione, il dolore e il senso di tradimento sono, infatti, gli stati d’animo della città dell’Aquila e di tutto il territorio aquilano che, sempre più deluso e disilluso, vede il processo di ricostruzione come una macchina sempre più lenta, senza capacità programmatica nè prospettive concrete e credibili. Aspettiamo l’evolversi degli eventi confidando nel lavoro della magistratura e delle forze di Polizia. Qualcuno sostiene che trovare fondi a Roma sarà ora più difficile? Pretestuoso. Invito coloro che si riconoscono nell’attuale Governo Nazionale a non accampare scuse sul reperimento delle risorse finanziarie e a lavorare con maggiore efficacia e dedizione per il bene di questo territorio».
PINA LEONE, UMBERTO INNOCENTE, GIUSTINO MASCIOCCO (SEL): «CHIAREZZA IN TEMPI RAPIDI SUL POST-TERREMOTO» – «Ancora una volta la magistratura è dovuta intervenire in merito alle questioni della ricostruzione della nostra città indagando politici e imprenditori. Nel rispetto dei diversi ruoli che la Costituzione italiana affida alla politica e alla magistratura, chiediamo che su tutte le vicende legate alla ricostruzione si faccia chiarezza in tempi rapidi individuando le reali responsabilità e ripulendo le discussioni dalle false indiscrezioni. Le inchieste giudiziarie e gli arresti di oggi sulla ricostruzione che toccano la Curia e il Comune e settori dell’imprenditoria e della pubblica amministrazione, destano indignazione e ribrezzo e Sinistra Ecologia e Libertà manifesta la sua grande preoccupazione rispetto alla gestione della cosa pubblica che si è avuta nel post terremoto. Riteniamo, infatti, che chi si propone a gestire la cosa pubblica deve avere comportamenti trasparenti e consoni a ricoprire ruoli chiave nelle pubbliche amministrazioni. Per le inchieste già in atto e su tutto il passato chiediamo di fare immediatamente chiarezza rispetto a cosa è successo e all’individuazione delle responsabilità individuali. Per il futuro c’è bisogno di attuare strategie politiche per aumentare il controllo e la trasparenza dell’azione amministrativa. Bisogna continuare, forse con maggiore celerità, lungo la strada che questa amministrazione, anche grazie all’azione politica di SEL, ha già intrapreso: sono stati emanati due provvedimenti molto importanti per cercare di arginare il fenomeno di possibili malversazioni nella gestione delle cosa pubblica:
• il primo riguarda regolamento anti – corruzione che è stato recepito e adeguato alla struttura organizzativa dell’Amministrazione per renderlo più efficace.
• il secondo è l’istituzione della centrale unica di committenza, già deliberata dalla giunta comunale, che prevede un solo ufficio che si occupi di appalti, gare, consulenze acquisti.
Questi due provvedimenti permetteranno maggiore controllo da parte dei cittadini e maggiore tracciabilità dei processi amministrativi. La chiarezza e la trasparenza degli atti amministrativi e la partecipazione dei cittadini alle scelte strategiche per il governo della città è secondo noi la strada principale per evitare il ripetersi di episodi come quelli che sono oggi sotto indagine».
IDV: «L’AQUILA ANCORA UNA VOLTA MARTORIATA» – «Con questa vergognosa vicenda giudiziaria, la città dell’Aquila è stata martoriata ancora una volta. Purtroppo non è la prima e non sarà neppure l’ultima, se non si introdurranno da subito misure preventive, di verifica e di controllo eccezionali per reprimere sul nascere ogni forma di discrezionalità gestionale e di abusi che potranno ancora verificarsi nell’uso delle risorse destinate alla ricostruzione. Se si vuole riconquistare credibilità, sarà un preciso dovere dell’amministrazione comunale presentare al più presto alla città e all’intera nazione un nuovo piano operativo di iniziative anti corruzione e di azioni amministrative a tolleranza zero. Se ciò non dovesse avvenire, assisteremo, come sta accadendo, alla solita retorica che si limita ad una scontata fiducia nell’operato della magistratura e riduce i fatti a episodi isolati di responsabilità individuale».
BENEDETTI: «SONO TURBATO MA NON HO PAURA» – «Turbamento c’è senz’altro, ma anche la consapevolezza che non bisogna avere paura quando la magistratura interviene: non ci può essere ricostruzione senza onestà e trasparenza. Comunque, i fatti oggetto di causa sono molto lontani dal complesso comunale, sfiorano il comune. In merito alle dimissioni del vice sindaco, Benedetti ha chiarito che Riga ha mostrato una grande sensibilità politica».