
È stato un brutto risveglio quello del vice sindaco, indagato per l’operazione do ut des, quando si è visto bussare alla porta, alle 7.30 del mattino gli uomini della polizia giudiziaria per una perquisizione.
Lo stesso Riga ha riferito che sono stati acquisiti il suo Tablet e il computer di casa, nessun documento. Sembra invece che diversi faldoni siano stati portati via dagli uffici di via Avezzano.
Non solo ieri ma a più riprese, nei giorni scorsi. Ai piani alti di Villa Gioia, invece per tutta la mattina si è tenuta la seduta di una giunta urgente, trasformatasi in una sorta di “training autogeno”.
«Da poco sono venuto a conoscenza dell’avviso di garanzia – ha esordito Riga in conferenza stampa – Confido nell’operato della magistratura e sono sereno. Ho deciso comunque di farmi da parte perché la città viene prima di tutto. Voglio lasciare l’amministrazione comunale senza dubbi. La città dell’Aquila non può permettersi di avere freni perché la ricostruzione non aspetta».
Il sindaco ha annunciato di non aver riconfermato nel suo incarico a tempo il dirigente Mario Di Gregorio, anche lui nella bufera, il cui contratto era già in scadenza. Il suo incarico sarà assorbito dal dirigente Vittorio Fabrizi in attesa di nominare il vincitore del concorso.
«Mi sento tradito. Sono un garantista, l’unica cosa che mi sento di dire alla magistratura di fare piena luce sulla vicenda – queste sono state le prime parole del Sindaco – qualsiasi ombra sul processo che va dalla prima emergenza della ricostruzione getta un discredito terribile. Danneggia l’immagine di una città che deve convincere il mondo di essere ricostruita».
Cialente ha spiegato che si tratta di un fenomeno limitato ad «una società che ha effettuato i puntellamenti di palazzo Carli, sede del rettorato. Vladimiro Placidi fu nominato il 15 dicembre 2009 assessore con delega alla ricostruzione Beni Culturali quando decidemmo di rinforzare la giunta con un tecnico. Pierluigi Tancredi era consigliere di opposizione, nei primissimi giorni dopo il sisma. Riga mi disse che Tancredi era disposto a dare una mano e mi convinse a firmare una delega per seguire la ricostruzione degli edifici storici, ma la notte stessa fui raggiunto da un migliaio di sms di cittadini arrabbiatissimi e il giorno dopo sospesi l’incarico, poi si dimise da consigliere».
Il sindaco è apparso sereno, non pensa a dimettersi: «Certo l’idea balena quotidianamente. Da 1.500 giorni faccio 12, 13 ore di lavoro. Ho sempre raccomandato a tutti la massima trasparenza perché abbiamo gli occhi del mondo addosso. Ecco perché mi sento tradito. Devi stare attento perfino a vedere con chi prendi il caffè». C’è incredulità fra gli uomini dell’esecutivo, pugili suonati. Dopo l’annuncio tutti salutano affettuosamente l’assessore uscente le cui deleghe, all’ambiente e alla sanità saranno detenute dal sindaco Massimo Cialente. Le indagini vanno avanti e il palazzo continua a tremare. (a.cal.)