
Cominceranno lunedì prossimo, davanti al gip Giuseppe Romano Gargarella, gli interrogatori di garanzia nell’ambito dell’inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila “Do ut des”, culminata ieri con quattro arresti ai domiciliari per presunte tangenti negli appalti della ricostruzione post-sisma.
Ai domiciliari sono finiti Pierluigi Tancredi, ex assessore di Forza Italia ed ex consigliere comunale di Dca e Pdl, al quale il sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, affidò la delega per il recupero e la salvaguardia dei beni costituenti il patrimonio artistico della città; Vladimiro Placidi, all’epoca dei fatti, tra il 2009 e il 2011 assessore comunale alla Ricostruzione dei beni culturali; Daniela Sibilla, dipendente del Consorzio dei beni culturali e “braccio destro” di Tancredi; Pasqualino Macera, già funzionario responsabile Centro-Italia della Mercatone Uno spa.
Il vice sindaco dimissionario del capoluogo, Roberto Riga, indagato, si è detto estraneo a qualsiasi contestazione. Al centro dell’inchiesta l’impresa Steda spa, di Daniele Lago, imprenditore di Bassano del Grappa, indagato, secondo l’accusa aggiudicataria di alcuni appalti dietro laute dazioni. Gli altri due indagati sono Mario Di Gregorio, direttore del settore Ricostruzione pubblica e patrimonio del Comune dell’Aquila, all’epoca dei fatti funzionario responsabile dell’ufficio Ricostruzione, sospeso ieri dall’incarico, e Fabrizio Menestò, ingegnere di Perugia, all’epoca dei fatti direttore e progettista dei lavori per le opere provvisionali di messa in sicurezza di palazzo Carli.
Arrestati e quattro indagati sono accusati, a vario titolo, di millantato credito, corruzione, falsità materiale e ideologica e appropriazione indebita. L’entità delle presunte tangenti scoperte ammonterebbe a circa 500 mila euro, mentre ci sarebbe stata un’appropriazione indebita, attraverso la contraffazione di documenti contabili, di 1 milione 268 mila euro, relativa al pagamento di lavori. Le indagini avrebbero portato alla luce quello che il gip Gargarella definisce un «sistema corruttivo».