«Cialente si ‘dis-metta’»

9 gennaio 2014 | 16:51
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«Cialente si ‘dis-metta’»

Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, «deve avere il coraggio di ‘dis-mettersi’ non tanto o non solo perchè responsabile di scelte che ad oggi non offrono prospettive o addirittura sono dannose, ma anche e soprattutto perché è semplicemente inadeguato». Ad affermarlo è Alfonso Magliocco, coordinatore pro tempore di Forza Italia.

«Sono cambiati in questi anni i riferimenti istituzionali -argomenta – ma uguali continuano ad essere le dinamiche conflittuali e gli addebiti che vengono mossi da Cialente. Nel tempo si sono susseguiti Berlusconi, Bertolaso, Chiodi, Barca, Trigilia, quali ‘controparte’ della città ed ognuno di loro ha potuto rilevare il carattere di ‘sterile rivendicazionismo’ da parte del sindaco. Cialente accusa tutti, indifferentemente, di ‘scarsa’ attenzione per L’Aquila. Le sensibilita’ dei vari rappresentanti di governo sono diverse, la loro estrazione politica è distante, i loro caratteri spesso non omologabili eppure tutti, indistintamente, finiscono in rotta di collisione con il vecchio-nuovo sindaco di L’Aquila. Cialente, che ormai dà segni espliciti di essere affetto dalla ‘sindrome di Giuda’ denuncia sempre un traditore. L’escamotage dialettico gli consente il ruolo della vittima, dell’incompreso, di chi riceve dinieghi inspiegabili. E’ in realtà prigioniero di un ruolo che lo sta facendo diventare (suo malgrado?) il carnefice di questa città».

Per il coordinatore di Forza Italia «non si possono alternativamente denunciare attacchi dei poteri forti, uno strisciante sistema corruttivo, la bulimia spartitoria della componente di maggioranza che lo sostiene al governo della città e poi, quando le diverse denunce-previsioni diventano realtà sentirsi tradito. Non è in discussione la sua ‘buona fede’. Ciò che oggi non è più sopportabile è lo ‘sterile rivendicazionismo’ alternato al pianto greco, la denuncia eclatante inframmezzata con la rassegnazione di chi è tentato ma non se la sente». «In certi momenti della vita – conclude Magliocco – è più difficile smettere che continuare. La città chiede una scelta difficile».

RICCIUTI: «CIALENTE NON POTEVA NON SAPERE» – «Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, non poteva non sapere quanto accadeva intorno al Comune, in caso contrario significherebbe che gli è sfuggito di mano il controllo della macchina politica e tecnica: in entrambi i casi dovrebbe farsi un esame di coscienza e trarne le conclusioni». Lo afferma il consigliere regionale di Forza Italia Luca Ricciuti in riferimento all’inchiesta su presunte tangenti negli appalti post-sisma. «Quanto sembra emergere in queste ore non è altro che l’ennesima vicenda opaca che riguarda l’amministrazione comunale – aggiunge l’esponente di centrodestra – basti ricordare la questione dell’affidamento diretto dello smaltimento delle macerie, un affare da circa 50 milioni di euro, e quella dei Moduli abitativi removibili (Mar), entrambe naufragate dopo l’interessamento della magistratura». «D’altra parte – sottolinea Ricciuti – era stato proprio il Comune dell’Aquila a chiedere all’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso di poter gestire direttamente i puntellamenti degli edifici danneggiati dal terremoto, assegnati alle ditte attraverso affidamenti diretti giustificati dall’emergenza». «Un quadro a tinte fosche che consiglierebbe un gesto di vero coraggio e di assunzione di responsabilità politica da parte del primo cittadino – conclude il consigliere regionale – che dovrebbe rassegnare le dimissioni, per riattribuire l’onorabilità alla classe politica comunale di centrosinistra di fronte agli aquilani».