La ricostruzione si tesse a Roma e disfa a L’Aquila

9 gennaio 2014 | 15:49
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La ricostruzione si tesse a Roma e disfa a L’Aquila

di Antonella Calcagni

La ricostruzione, legata anche gli umori delle inchieste giudiziarie, sta diventando una sorta di “tela di Penelope“ che si tesse a Roma ma si distrugge all’Aquila.

La coperta è corta, i soldi non ci sono e quei pochi vengono contesi fra L’Aquila e il cratere in quella che potrebbe trasformarsi in una lotta tra poveri.

«Il ministro Carlo Trigilia non è venuto all’Aquila come promesso – ha tuonato il sindaco Massimo Cialente – perché non aveva niente da darci. Nessuna novità sui soldi per le attività produttive e tutto il resto».

Nella capitale così ieri è andato invece il coordinatore dei sindaci del Cratere Emilio Nusca per parlare con il capo di Gabinetto del ministero per la Coesione Territoriale , Alfonso Celotto, due chiacchiere con il ministro Trigilia con la promessa di rivedersi tutti a giorni con una delegazione di sindaci del Cratere al Diset.

Nusca ha ribadito di non volere assolutamente una guerra con L’Aquila, perché «senza il capoluogo non c’è neanche il territorio», ha spiegato Bisogna considerate tuttavia che le esigenze del cratere sono ben diverse da quelle dell’Aquila.

Quello che i sindaci del cratere vogliono è che il governo metta da parte una fetta dei fondi destinati alla ricostruzione a prescindere dal tiraggio dei progetti, almeno in questa prima fase. Per contro, il sindaco Massimo Cialente e l’ufficio Speciale dell’Aquila sostengono invece che le risorse debbano essere erogate in base al numero dei progetti approvati per non avere foni immobilizzati.

«Il ministero ieri ci ha anticipato che sta lavorando su una soluzione che dovrebbe tener conto delle esigenze del cratere e di quelle dell’Aquila senza scontentare alcuno – ha spiegato Nusca – Il piano ci verrà presentato alla riunione con i sindaci. Dal canto proprio il ministro per la Coesione Carlo Trigilia ha dato la sua massima disponibilità ad incontrarci ancora assicurandoci che il flusso delle risorse per la ricostruzione sarà costante e che i fondi ci sono». Certo è difficile bussare a soldi, dopo essere finiti come città nella bufera giudiziaria per le presunte tangenti della ricostruzione.

Gli aquilani però non c’entrano, vogliono solo tornare a casa. Giovanni Lolli e Stefania Pezzopane continuano a lavorare a Roma per rastrellare risorse aggiuntive per il terremoto. «Con Legnini e la senatrice Stefania Pezzopane – ha riferito Lolli – stiamo lavorando per verificare se esistono le condizioni per avere una parte dei capitali che torneranno in Italia dalla Svizzera. Questo è stato promesso dal governo e messo nero su bianco in un ordine del Giorno».

Intanto la MBF di Arezzo, di Pietro Mancini, ha vinto la gara d’appalto di circa 8milioni di euro per il restauro del Teatro Comunale dell’Aquila. La MBF Spa, in Ati con la Cobar Spa, si è aggiudicata i lavori di restauro del Teatro Comunale dell’Aquila con un ribasso d’asta molto consistente. La società aveva già lavorato in città, essendo stata assegnataria (senza gara d’appalto), dell’intervento di consolidamento per l’importo di 865mila euro, affidatogli dall’allora vice commissario per la ricostruzione dei Beni Culturali Luciano Marchetti.