«Le macerie sono dentro di noi»

11 gennaio 2014 | 17:15
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«Le macerie sono dentro di noi»

«Nell’aprile del 2009 tutto il Paese ci si è stretto attorno e ci ha aiutato. Cinque anni dopo, il sentimento di affetto che ci aiutò a superare quei giorni terribili si viene tramutando, giorno dopo giorno, in astiosa freddezza, mentre gli avvisi di garanzia si depositano sulle scrivanie delle principali istituzioni del territorio». Così, in un comunicato, si esprime il segretario UIL RUA de L’Aquila, Marco Angelini, rimarcando la sua evidente preoccupazione per il futuro dell’interno territorio, visti gli scandali recenti.

«Se è vero, come diceva il grande psicoanalista Carl Gustav Jung, che la realtà oggettiva (quella circostante) e la realtà soggettiva (quella del singolo individuo) coincidono, forse c’è una ragione del perché le macerie soffocano ancora la nostra città: forse perché queste macerie sono dentro di noi, e sono le macerie di una sciagurata furbizia, di una indolente incompetenza, di un’avidità senza freni che ci ha fatto speculare per decenni sui ragazzi che venivano a studiare qui da noi. Sono i macigni di una mentalità che troppo ci allontana dal vivere civile di altri paesi: fin quando ci rifiuteremo di cambiarla le macerie resteranno lì, impedendoci di ritornare ad una vita degna per noi e per i nostri figli che oggi non a caso sono i primi a voler abbandonare la città».

«L’inchiesta di questi giorni è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. È arrivato il momento di dire basta. Occorre un punto fermo, deciso, anche se impopolare, per garantire una drastica inversione di tendenza e recuperare quel poco di buono che rimane. Purtroppo i politici non sono in grado di percorrere strade impopolari. Ed è per questa ragione che rivolgiamo il nostro invito a chiunque intenda dare seguito alle nostre sollecitazioni, perché si renda visibile a tutti apertamente e incominci da oggi a costruire una nuova autonomia locale degna di tale nome e capace di incarnare degnamente la nostra qualità di cittadini aquilani, di cittadini italiani, dinanzi all’Europa e al resto del Mondo che cinque anni fa così tanto generosamente ci hanno assistito».

«Viviamo un’epoca nella quale il confronto e il controllo degli eletti possono essere costanti ed efficaci: apriamo il Comune ai suoi cittadini, apriamo l’Università ai suoi studenti. Istituiamo uno sportello di reclami telematico liberamente consultabile da tutti, cittadini e studenti. Creiamo uno spazio di confronto stabile tra la cittadinanza e il Comune, ma anche tra l’Università e il suo territorio. Cerchiamo di garantire servizi decenti ai cittadini e agli studenti, sapendo bene che senza i secondi verranno meno anche i primi e la nostra realtà, già così difficile, sprofonderà in un collasso senza fine».

«Ma soprattutto diamoci gente nuova che sappia guardare oltre i 5 anni del proprio mandato, che sappia seminare oggi quello che altri potranno raccogliere domani. Non dobbiamo accettare passivamente che altri scelgano per noi. Dobbiamo fissare valori, criteri e regole. Abbiamo il dovere oggi, quanto meno nei confronti dei nostri figli, di scegliere le persone giuste che sappiano ridare una dimensione onesta al presente e delineare un futuro accettabile, per non doverci rimproverare domani di non averci provato».

«Dal resto del Paese e dall’Europa otterremo sempre di meno se non saremo credibili come già non lo siamo oggi. E continueremo a non essere credibili se non cambieremo nel profondo, traducendo in azioni concrete e coerenti i nostri propositi».