
di Claudia Giannone
Al termine dell’incontro che ha visto L’Aquila perdere tra le mura amiche contro il Lecce, sono i due mister a fare il loro ingresso davanti alla stampa. Il primo a parlare è Giovanni Pagliari, in parte abbattuto, ma consapevole del fatto che i rossoblù avrebbero meritato almeno un pareggio.
{{*ExtraImg_181705_ArtImgRight_300x449_Foto di Marcello Spimpolo}}«Forse nel secondo tempo è mancata un po’ di rabbia. Erano molto chiusi. Gli ultimi venti minuti abbiamo anche fatto molto bene, in realtà. Però abbiamo perso lucidità, non abbiamo creato molto. Dovevamo essere più cattivi. Il Lecce è una grande squadra, con grandi individualità. Appena fatto il goal, si sono tirati indietro».
Riguardo alla classifica, il mister non appare particolarmente turbato.
«Siamo in piena zona play off. Il nostro sogno era rientrare tra i primi nove posti. Questa sconfitta non complica nulla. Sono arrivati dei giocatori, abbiamo cambiato modulo e c’è bisogno di modellarlo. I nuovi? Li ho visti bene. Non era facile oggi. Pià ha fatto delle giocate da giocatore vero. Libertazzi nel secondo tempo ha fatto bene, ma era difficile giocare davanti ad una difesa simile».
La parola passa al mister salentino, Franco Lerda.
{{*ExtraImg_181700_ArtImgRight_300x200_Foto di Marcello Spimpolo}}«Siamo venuti qui con la voglia e l’atteggiamento giusti. Abbiamo fatto molto bene, anche oltre i primi venti minuti. Con il vantaggio, abbiamo concesso qualche palla inattiva in più. Potevamo evitare. Sul più bello, siamo stati in inferiorità numerica. Non aveva più senso cercare di aggredire molto alti. Siamo stati compatti e molto ordinati, tra i reparti e nei reparti, e abbiamo concesso solo le briciole a L’Aquila».
«Avevamo preparato la partita così, per restare molto alti – ha aggiunto il tecnico giallorosso – e non far ragionare l’Aquila, sapendo che potevamo concedere qualcosa alle nostre spalle. È un atteggiamento che proviamo sempre e che ci ha premiati. Con l’inferiorità numerica, siamo stati costretti a cambiare. Io penso già alla prossima partita, che si chiama Benevento. Non dobbiamo fare nessun tipo di volo pindarico, dobbiamo stare con i piedi ben saldi a terra».