
Sono cominciati gli interrogatori delle persone indagate nell’inchiesta della Procura dell’Aquila su presunte tangenti nella ricostruzione post sisma.
Al suo arrivo in Tribunale l’ex vice sindaco Roberto Riga, dimessosi mercoledì scorso poche ore dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia, non ha parlato con i giornalisti. Del collegio difensivo di Riga fa parte l’avvocato Carlo Benedetti, presidente del Consiglio comunale dell’Aquila, quindi attuale esponente dell’amministrazione di cui Riga faceva parte.
E’ arrivato anche Mario Di Gregorio, direttore del settore Ricostruzione pubblica e patrimonio del Comune dell’Aquila, ora sospeso dall’incarico, che ha detto «sono estraneo ai fatti» e ha parlato di un «disegno» per incastrarlo.
«Ho presentato una memoria per spiegare la mia posizione, per me molto chiara: non c’è la mia firma nella delibera con cui si autorizza il Sal (stato avanzamento lavori) di un milione 200 mila euro alla ditta Steda e neppure negli atti allegati», ha sottolineato Mario Di Gregorio all’uscita dal Tribunale al termine dell’interrogatorio. «Inoltre non ero il Rup, Responsabile unico del procedimento, che ha competenza di controllare gli atti contabili né dirigente di quel settore».
Alla domanda dei cronisti sul perché è indagato, Di Gregorio ha risposto «chiedetelo ai Pm, per me sono motivi ignoti e incomprensibili».
Uno dei due avvocati difensori di Di Gregorio, Stefano Rossi, ha mostrato la delibera che non reca la firma di Di Gregorio. Proprio dalla questione relativa al Sal di oltre un milione 200 mila euro, che la ditta Steda avrebbe incassato, ha innescato l’inchiesta, nata dal contenzioso su questo pagamento tra la stessa Steda e l’impresa Silva, che rivendica la somma. Di qui l’accusa di appropriazione indebita per l’amministratore delegato della Steda, Daniele Lago.
L’altro avvocato di Di Gregorio, Massimo Manieri, ha detto: «Si sta sputtanando questa città per fatti tutti da accertare anche i media dovrebbero contribuire al chiarimento».
RIGA: «SONO TRANQUILLO» – «Sono l’unico vicesindaco che si è dimesso per un avviso di garanzia. Mi sento tranquillo, ho risposto alle domande del Pm». Così Roberto Riga, vicesindaco dell’Aquila, dimessosi dopo aver ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta della Procura aquilana su presunte tangenti negli appalti per la ricostruzione, al termine dell’interrogatorio sostenuto stamani davanti al Pm David Mancini.
Riga è accusato di aver ricevuto una tangente di 10mila euro nella confezione di una bottiglia di grappa. A tale riguardo ha aggiunto che la circostanza è priva di fondamento e che «qualcuno», riferendosi all’amministratore della Steda Spa, Daniele Lago, grande accusatore degli amministratori aquilani, «dovrà assumersi la responsabilità di quanto ha detto».
Riga è difeso dagli avvocati Giuseppe Nerio Carugno di Roma e Carlo Benedetti dell’Aquila, presidente del Consiglio comunale. «Faccio solo il mio lavoro e sono certo dell’innocenza di Riga», ha detto Benedetti rispondendo ai cronisti che chiedevano se la difesa del vice sindaco dimissionario sia un messaggio politico, visto che i due fanno parte della stessa maggioranza di centrosinistra. «Vorrei più precisione da parte dei media nazionali – ha concluso il legale – nel riportare questa vicenda giudiziaria».
Lapidario il commento del procuratore della Repubblica Fausto Cardella ai giornalisti presenti: «Non conosco un ‘sistema L’Aquila’, conosco solo singoli episodi». Nessun commento invece su nuovi sviluppi delle indagini e sulle clamorose conseguenze politiche causate dall’operazione.