A 5 anni dal dolore, la vita continua a nascere

14 gennaio 2014 | 12:51
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A 5 anni dal dolore, la vita continua a nascere

All’Aquila, dalle macerie del sisma, la vita si è risvegliata con forza tanto che le nascite, in ospedale, sono quasi raddoppiate: negli ultimi 5 anni, dal 2009 fino ad oggi, a Ostetricia sono arrivati 470 neonati in più.

I numeri del reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di L’Aquila, diretto dal professor Gaspare Carta, parlano di un grafico ascendente, soprattutto dal 2011 al 2012, che ha riportato l’asticella demografica ai livelli di natalità pre-terremoto.

Insomma, nell’ultimo quinquennio, a guardarla dalla sala parto di Ostetricia, la città ha dato un segno, letteralmente, di recupero in termini di ‘vitalità’.

I dati confermano che il reparto del San Salvatore, per le donne in dolce attesa, oggi resta più che mai un punto di riferimento del vasto territorio dell’aquilano e dintorni. Un ambiente sanitario, quello di Ostetricia, con molteplici servizi – alcuni dei quali con pochi riscontri in Italia – dove le partorienti fruiscono di un’articolata assistenza.

Nel 2009, anno dell’evento tellurico, il numero di bebè fu di 573, nell’anno successivo i parti balzarono a quota 874, nel 2011 ‘sfondarono’ il muro dei mille (1.013), e nel 2012 hanno toccato il punto più alto, tuttora non superato, con 1.042 neonati.

Nel 2013 si è registrata una lieve flessione, 1.021 vagiti, cifra che però va interpretata come un’ottima tenuta poiché nell’anno appena trascorso in tutta Italia c’è stato un forte calo di nascite e L’Aquila, a differenza di tanti altri ospedali, ha sostanzialmente mantenuto gli standard precedenti.

Nella quota di genitori di nazionalità non italiana, relativi al 2013, il numero complessivo di neonati è stato 173, dei quali 153 sono di coppie composte da mamma e papà stranieri mentre gli altri sono il frutto di coppie ‘miste’, in cui l’uomo è italiano.

In cima alla graduatoria delle mamme, extracomunitarie e non, vi sono quelle di nazionalità romena (54), seguite dalle macedoni (45) e dalle albanesi (26). A seguire, molto staccate, ucraine (7), moldave (5), polacche e marocchine (4). Hanno partorito all’ospedale di L’Aquila, anche donne di Cuba, Perù, Usa (6) e Cina (1).

Nel reparto di Ostetricia è stato recentemente attivato un servizio, presente solo nei centri di eccellenza italiani, che riguarda la riabilitazione del pavimento pelvico femminile a rischio di prolasso (cioè crollo) o incontinenza urinaria, dovute a travagli difficili. Il reparto ha a disposizione una fisioterapista che si occupa di queste problemi.