Cialente e Curia, interviene la Ceam

14 gennaio 2014 | 18:10
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Cialente e Curia, interviene la Ceam

«In Conferenza Episcopale abbiamo ritenuto giusto che le diocesi fossero riconosciute come soggetti attuatori». Aggiunge queste parole monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne e presidente della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana, al comunicato di monsignor Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, che «proprio ieri – precisa attraverso una nota l’arcidiocesi di Pescara-Penne – aveva specificato la posizione della Chiesa aquilana e abruzzese in merito alla lettera inviata da Massimo Cialente al presidente Napolitano, in cui s’insinuava il dubbio che venissero stornati, per costruire chiese, fondi destinati ai terremotati».

«Ci è sembrato necessario – continua il presidente della Ceam – far sentire la nostra voce e chiedere di poter avere il ruolo che ci spetta nella ricostruzione degli immobili ecclesiastici. Del resto, in situazioni analoghe, ovvero nella ricostruzione delle zone terremotate di Umbria e Marche e, più recentemente, dell’Emilia-Romagna, le diocesi sono state riconosciute come “soggetti attuatori”, così come è già accaduto per gli enti religiosi dello stesso territorio aquilano e non solo».

Nulla di strano, dunque, secondo l’arcivescovo che, rileva l’arcidiocesi di Pescara-Penne, «d’accordo con gli altri presuli della Ceam, si è limitato a segnalare al Governo questa anomalia nel processo di ricostruzione degli edifici ecclesiastici delle zone terremotate abruzzesi, chiedendo che anche alla nostra regione venisse riconosciuto lo stesso statuto normativo concesso ad altre zone d’Italia». «Il fine è solo quello di poter disporre di regole chiare e condivise – ribadisce monsignor Valentinetti – che consentano un lavoro di ricostruzione rapido e trasparente».

«Certo, gestire in maniera diretta appalti e fondi costituisce un impegno gravoso e complesso – sottolinea l’arcidiocesi di Pescara-Penne – per questo la Curia aquilana intende avvalersi della collaborazione di altri enti istituzionali». «A questo fine – conclude il presidente Ceam – negli incontri avuti presso la presidenza del Consiglio e il ministero per la Coesione territoriale, l’arcivescovo dell’Aquila ha chiesto a più riprese che venisse introdotta una nota alla legge per prevedere la possibilità di una specifica convenzione con altri enti (Provveditorato alle opere pubbliche, Direzione regionale beni artistici e ambientali, Comune) per assegnare loro la gestione dei fondi erogati e degli appalti».