
Signore, non mi dite che non avete approvato l’aspetto, il tono, la dignità, il dolore, l’emozione con cui il massimo sindaco, dopo lunga e penosa riflessione, ha deciso di rinunciare al trono di “deus” della città di Federico.
[i]Mia Cara devota, non sono rimasto mai insensibile verso coloro che soffrono. Ho avuto sempre riguardo di coloro che sappiano soffrire in silenzio, senza covare odio e vendetta di sorta. Non ho mai abbandonato questo uomo che, pur manifestando diverse carenze, ha cercato di mantenersi a galla nella piscina, non quella di casa, ma quella politica, piena di lacci e laccioli lasciati ad arte dai suoi “compagni” con la speranza che vi si potesse intrecciare per poi tirarlo più facilmente a fondo. Questo progetto, però, non è riuscito ai “traditori”, di cui ha parlato in conferenza stampa, perché il massimo sindaco li ha bruciati tutti con uno scatto fulmineo, dimettendosi dalla carica che aveva conquistato con grande fatica e impegno. Evidentemente è un elemento scomodo della “congrega”. Infatti, più volte, ha provato a ragionare con la propria testa, anche se poi non ha potuto evitare fastidiosi sgambetti. Lo avevo più volte avvertito di stare attento. Non ha voluto o non ha potuto ascoltarmi. Ha preso sotto gamba le mie battute di spirito e non ha saputo cogliere in esse gli avvertimenti, le raccomandazioni, i consigli. Se mi avesse ascoltato, starebbe ancora in sella. [/i]
Signore mio, a proposito di sella. Il sindaco ha affermato e ripetuto, in più occasioni, che non si può fare la guerra (forse contro il governo) con il cavallo zoppo, ma, di grazia, a quale cavallo si riferisce? Come donna non ho molta dimestichezza con l’ippica e l’equitazione.
[i]Carissima, ancora una volta non sei stata troppo attenta. Non hai neppure notato che il massimo sindaco, sembra che non presti attenzione alle nostre battute ironiche, invece ascolta, riflette, elabora e assimila, anche se molte volte recalcitra fuori posto. Questa volta ha espresso un pensiero simile al responso della Sibilla Cumana. Ha semplicemente lanciato nell’aria una idea, un generale (leggi sindaco) non può fare la guerra (leggi Chiodi, Letta, Renzi, Trigilia, Aielli, l’Europa) con il cavallo zoppo (leggi vice sindaco, dirigente, assessori, consiglieri di maggioranza, senatori, parlamentari abruzzesi e, dulcis in fundo, anche il “partito”). Hai capito adesso? [/i]
Mio Signore, ricordando i comportamenti scolastici di quando eravamo ragazzi, non avrei mai creduto che il nostro sindaco avesse potuto avere queste grandiose idee. Ultimamente l’ho visto un po’ distratto, appannato, quasi disinteressato di tutto ciò che stava accadendo attorno a lui, approfittando magari della sua apparente distrazione. Chiamala distrazione!!! Forse, mi dovrei ricredere. Con una semplice citazione ne ha infilzati almeno una trentina, con una buona eleganza, ma con una pesantezza unica. Li ha messi tutti in “riga” e, adesso, si è affacciato alla finestra per vedere quello che sanno fare e per assistere, indisturbato, ai balletti che stanno organizzando per cercare di farlo recedere dalla decisione assunta. Ci ripenserà, o tirerà avanti per la sua strada?
[i]Carissima, a te che capisci di latino voglio citare un giudizio di Cicerone: “gravior et validior este decem virorum honorum sententia, quam totius multitudinis imperitae”, che, ai tempi nostri e nella mente dell’ex massimo sindaco, assume questo significato: “Più autorevole e di maggior valore è il giudizio di dieci uomini buoni, che non quello di tutta una turba ignorante”. [/i]
Signore, francamente non capisco dove vogliate andare a parare con questi giochetti di prestigio e con queste citazioni che, pur essendo sempre valide, non vedo proprio come possano essere accostate al nostro “ex”.
[i]Signora mia, cerca di darti una mossa, altrimenti farai una brutta fine. Fra qualche giorno in piazza scenderà la “turba” per chiedere al massimo di tornare sui suoi passi. Secondo te darà più ascolto alla “turba”, o presterà tutta l’attenzione necessaria all’espressione che il giovane figlio ha voluto fargli pervenire dalla Spagna? Secondo me la decisione che andrà ad assumere sarà una e una sola, darà ascolto alla voce del cuore, della verità e della sincerità di un giovane che non sottende inganni, trabocchetti e tradimenti. [/i]
Signore mio, adesso comincio a capire perché l’ex massimo sindaco ha preferito esprimersi con una specie di “responso”, anziché usare un giro di parole di cui non tutti avrebbero afferrato il giusto concetto e significato. Al suo modo di alludere, vorrei aggiungere una citazione di Giovenale: “Difficile est saturam non scribere!… – “Come non scrivere satire? Quando si ha a che fare con gente così ridicola come quella ch’egli in questa satira descrive?” A questo punto, Signore, richiamatemi pure accanto a voi ancor prima di poter assistere alla farsa del Piazzale delle Medaglie d’Oro. E così sia.