
di Claudia Giannone
Abusa dello stato di infermità e di deficienza psichica e pone l’anziana donna in un rapporto di totale dipendenza: è quanto successo ad una signora ricoverata presso una Casa di Riposo gestita dalla madre superiora.
La vittima aveva un notevole patrimonio percependo una pensione elevata ed essendo l’ultima di tre sorelle dalle quali aveva ereditato i risparmi. La suora l’accompagnava a ritirare la pensione ed era la depositaria dei suoi libretti di risparmio, ma non era mai stata autorizzata a compiere qualsiasi operazione di gestione dei soldi, prelevare denaro o cointestare i libretti, ciò nonostante effettuava numerose operazioni sui conti correnti e libretti di risparmio della donna.
L’intera pensione veniva conferita interamente alla madre superiora la quale, a suo dire, serviva per pagare la retta della Casa di Riposo che in realtà di importo di gran lunga inferiore a quanto riscosso, causando così alla vittima un danno di rilevante entità.
Il Tribunale della Sezione distaccata di San Valentino condannava nel 2008 la suora alla pena di un anno e sei mesi di reclusione ed Euro 400,00 di multa – pena sospesa, ma la Corte di Appello dell’Aquila non ha potuto far altro che definire il fascicolo con sentenza di prescrizione risalendo i fatti dal 2000 al 2005.