Svolta nel caso denunciato da Tomeo: sequestri

15 gennaio 2014 | 11:25
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Svolta nel caso denunciato da Tomeo: sequestri

Svolta sulla vicenda denunciata da Massimo Tomeo, l’imprenditore di Vasto(Chieti) che aveva eseguito in subappalto lavori di messa in sicurezza dell’istituto scolastico “De Nino-Morandi” di Sulmona, che la Provincia dell’Aquila aveva affidato ad un’associazione temporanea di imprese. A ricostruire la complessa vicenda è la Guardia di Finanza.

Tomeo aveva compiuto diversi gesti eclatanti per attirare l’attenzione delle istituzioni pubbliche coinvolte e dei media sul contenzioso in essere tra lui, l’appaltatore e la stazione appaltante per ottenere il pagamento dei lavori da lui eseguiti. Si tratta di gesta poste in essere tra ottobre e dicembre 2013, di volta in volta, incatenandosi davanti alla Provincia di L’Aquila, iniziando lo sciopero della fame e della sete e, ancora, introducendosi e barricandosi nell’ufficio del presidente della Provincia Antonio Del Corvo, fino a minacciare anche atti estremi.

L’imprenditore vastese, infatti, secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, «si era rifiutato di sottoscrivere la contabilità di cantiere predisposta dalla società appaltatrice, nella quale venivano riportate somme» ritenute «sensibilmente inferiori rispetto alle lavorazioni da lui realmente realizzate e aveva emesso i documenti fiscali contenenti le prestazioni e gli importi effettivamente dovuti». «Nonostante fosse stata avvisata dal Tomeo di quanto stava avvenendo – prosegue la ricostruzione della Guardia di Finanza – la Provincia dell’Aquila liquidava e pagava l’ultimo stato di avanzamento lavori alla società appaltatrice, senza accertarsi dell’avvenuta corresponsione, da parte di quest’ultima, del corrispettivo dei lavori eseguiti dall’imprenditore vastese, così come previsto per legge».

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria dell’Aquila oggi hanno notificato un provvedimento di sequestro preventivo “per equivalente” emesso dal Gip del Tribunale dell’Aquila Romano Gargarella, su richiesta del Procuratore della Repubblica di L’Aquila Fausto Cardella e dei Sostituti Stefano Gallo e Roberta D’Avolio, a carico di una delle società facente parte dell’associazione temporanea di imprese aggiudicataria dell’appalto e del suo amministratore pro tempore, D.L.A., romano di 52 anni.

Devono rispondere, secondo quanto reso noto dalle Fiamme Gialle, del reato di «falso in atto pubblico e truffa ai danni dello stato per aver sottoscritto e presentato stati di avanzamento lavori relativi all’istituto scolastico di Sulmona» ritenuti dagli inquirenti «ideologicamente falsi, al fine di percepire un importo maggiore di quello effettivamente dovuto, documentando alla stazione appaltante lavorazioni in realtà mai eseguite».

Sarebbero altresì indagati per concorso nei fatti illeciti, sempre secondo quanto reso noto dalla Guardia di Finanza, anche V.S., 57 anni di Accadia (FG), direttore generale pro-tempore della Provincia dell’Aquila ed E.P., 62 anni di Sulmona, responsabile unico del procedimento dell’appalto in parola.

Il Tomeo, infatti, oltre a portare avanti le sue rivendicazioni nel contenzioso aperto con la Provincia per ottenere il pagamento delle sue spettanze, si era – a suo tempo – rivolto alla Guardia di Finanza dell’Aquila per denunciare, riferiscono le Fiamme Gialle, presunte «carenze strutturali nelle opere di messa in sicurezza, eseguite nell’edificio scolastico» e presunte «falsità sulla rendicontazione documentale dei lavori svolti, poste in essere dall’impresa appaltatrice e dalla Direzione dei Lavori».

Mentre per quanto concerne il primo aspetto, la Procura della Repubblica dell’Aquila ha incaricato due periti di verificare la tenuta strutturale dell’edificio e gli accertamenti sono ancora in corso, per ciò che concerne le lavorazioni certificate, le indagini dell’ A.G. condotte dai finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di L’Aquila, hanno appurato che risulterebbero «rendicontati ed erogati importi per lavori mai eseguiti per un corrispettivo di 250mila euro».

A tale risultato si è giunti all’esito di esami testimoniali e documentali che avrebbero riscontrato, fa presente la Guardia di Finanza, «la sussistenza di artifizi e raggiri per indurre in errore l’ente erogatore dei fondi».

Da ciò è conseguita l’iniziativa della magistratura, tesa a «reperire e sequestrare una somma equivalente al danno sofferto dall’ente pubblico».

I finanzieri, nel corso dell’operazione, hanno sequestrato, tra l’altro, le partecipazioni societarie in altre imprese riconducibili all’amministratore pro tempore della società appaltatrice, la somma rinvenuta su diversi conti correnti della società coinvolta e del suo amministratore ed alcuni autoveicoli.

«La Provincia sapeva di queste irregolarità e ha fatto finta di nulla, nascondendomi la documentazione quando ne ho fatto richiesta». Dopo la notizia dell’avvio di un’inchiesta da parte della procura della Repubblica sui lavori di messa in sicurezza effettuati all’istituto scolastico “De Nino Morandi ” di Sulmona, così commenta Massimo Tomeo. «Credo e spero che verrà fuori tutto. Ho denunciato altro, oltre alle irregolarità dell’Ati e della Provincia stessa – svela Tomeo, attaccando l’ente che, a suo avviso – era a conoscenza delle irregolarità».

«Ma dalla Provincia mi è stato sempre detto di rivolgermi all’Ati per essere pagato perché l’associazione era già stata saldata per i lavori e che non avrebbero potuto pagare due volte», prosegue Tomeo.

«Non ho mai potuto fare causa alla Provincia perché mi si impediva l’accesso alla documentazione che sono riuscito ad ottenere, in parte, dopo Natale – conclude Tomeo – Appena avrò ottenuto tutti i documenti andrò per vie legali contro l’ente dal quale non ho mai ricevuto nemmeno un centesimo, nonostante le mie proteste».