
L’autobus del quotidiano pugliese “[i]La Gazzetta del Mezzogiorno[/i]”, promotore dell’iniziativa che punta a portare i treni ad alta velocità anche sulla dorsale adriatica, è appena arrivato a Pescara ed è posizionato nella centrale piazza della Repubblica (piazzale della vecchia stazione ferroviaria).
Il banco per la raccolta di firme, da presentare al Governo nazionale, è già a disposizione di quanti, tra cittadini, rappresentanti delle istituzioni, di organismi di categoria e di enti locali, intendano aderire all’iniziativa che vanta, tra i suoi più convinti sostenitori, il presidente della Regione, Gianni Chiodi.
Nel pomeriggio, il presidio del pullman della Gazzetta si sposterà in pieno centro, in piazza della Rinascita o piazza Salotto, come viene comunememte chiamata. L’obiettivo ambizioso della campagna “Treni più veloci al sud” è quello di arrivare a circa 1 milione di firme.
CHIODI: «NON È UNA CHIMERA» – «Generalmente, il politico fa solo le cose che, nell’arco di un mandato elettorale, si possono toccare con mano perchè è ossessionato dal consenso immediato dei cittadini e magari rinuncia ad intraprendere progetti ambiziosi, come quello relativo all’Alta velocità, ma un politico che non investe nel medio e lungo termine è destinato ad avere delle gravi responsabilità». Gianni Chiodi è convinto che portare l’alta velocità sulla direttrice adriatica sia «un’operazione difficile per i suoi costi elevatisimi, circa 32 milioni di euro a chilometro, ma non certo una chimera. Anzi, si tratta una battaglia da portare avanti per fare in modo che quella che ritengo una priorità per l’Abruzzo e le altre regioni adriatiche possa essere inserita negli atti di programmazione nazionale, così come è accaduto, negli anni passati, per la fascia tirrenica».
«Se si guarda in prospettiva – ha proseguito il presidente – e non ci si lascia condizionare dal fatto che una eventuale realizzazione dell’alta velocità magari vedrà la luce solo dopo molti anni, quando saranno altri a raccoglierne i frutti politici, si può fare qualcosa di concreto per contrastare la perdità di competitività che si è creata tra le due aree del nostro Paese».
Il direttore della Gazzetta del Mezogiorno, Giuseppe De Tomaso, dal canto suo, spiegando le ragioni alla base della scelta del suo quotidiano di lanciarsi in questa avvincente avventura, ha ribadito il fatto che «un giornale non deve aver timore di fare una specie di sindacato del territorio, ma non in alternativa alle istituzioni, bensì in loro appoggio e a sostegno delle istanze dei cittadini. Questa è una grande battaglia di civiltà perchè come dicevano De Gasperi e Adenauer ad unire l’Europa sono state le ferrovie più che i trattati».
Il giornaslita Franco Giuliano, principale animatore di questa campagna di sensibilizzzione della Gazzetta, ha, invece, ricordato come «Trenitalia ha tolto dalla linea adriatica le Frecce d’argento per trasferirle su altre linee, finendo per indebolire ulteriormente le potenzialità e le prospettive di velocizzazione della linea adriatica. Tuttavia, ai viaggiatori del sud e dell’est della Penisola vengono fatte pagare le stesse tariffe dei treni Frecciarossa e questo non è accettabile oltre che profondamente ingiusto». L’appuntamento è ora a Roma, a palazzo Chigi, per consegnare le firme raccolte direttamente nelle mani del capo del Governo.