
di Roberta Galeotti
Una morte emblematica. Un’altra vittima del terremoto.
La tragedia del suicidio di Rocco Pollice ha sconvolto la serenità di molti, troppi, aquilani.
IlCapoluogo, che per scelta editoriale non ha mai pubblicato la notizia dei suicidi che hanno martoriato la nostra città in questi anni, oggi ha scelto di raccontare il dramma di questa morte emblematica. Non perché il suicidio di Rocco Pollice abbia un impatto diverso, le tragedie non hanno graduatorie di valori, ma perché il suicidio di uno stimato psichiatra è la punta di un iceberg che non può più essere taciuto. Troppe persone non hanno retto alla tragedia interiore del terremoto in questi cinque anni e hanno compiuto il gesto estremo di mettere fine alla loro sofferenza.
Un uomo che ha aiutato molti giovani aquilani a gestire il dramma del terremoto che sceglie di togliersi la vita nella sua vecchia casa in zona rossa.
L’ennesima vittima del terremoto.
Una prova tangibile del dolore sociale, della fragilità interiore che il terremoto ha lasciato in mezzo a noi. Un malessere silente e strisciante che raramente sconfina oltre le mura martoriate dell’Aquila e che pochi, forse nessuno, è in grado di cogliere.
Siamo contrari alle spettacolarizzazioni morbose del dolore e, al contrario di altri, abbiamo mantenuto in ogni occasione uno stile contenuto e distaccato nel raccontare la tragedia umana.
Questa situazione impone un’attenzione maggiore delle altre, soprattutto perché dall’altra parte del pc questa volta ci sono i tanti ragazzi del servizio ‘Smile’ che vogliono sapere e cercano notizie per capire.
Temiamo l’impatto dell’estrema azione del dottor Pollice sui tanti giovani che aveva in cura.
Per questo la nostra redazione non alimenterà la spettacolarizzazione di questo dramma a caccia di click facili; la linea sottile tra diritto di cronaca e diritto alla privacy sul Capoluogo è sempre stata ben delineata per il rispetto di chi vive queste tragedie in prima persona.
Addio dottore, ci resta il tuo sorriso!