Il Cialente Pride al castello

17 gennaio 2014 | 18:14
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Il Cialente Pride al castello

Un migliaio di persone alla manifestazione pro Cialente. Tutto il PD regionale presente: dall’ex onorevole Ginoble, a Melilla, al futuro candidato regionale D’Alfonso. E’ scesa in campo a tentar di strappare un ‘forse’ a Cialente anche tutta la sua ‘fida’ giunta e i consiglieri di centro sinistra, incluso il consigliere straniero Gamal Bouchaib.

E proprio D’Alfonso, in mezzo a tanta gente, al ‘popolo di Cialente’, commenta: «Fa un bell’effetto vedere tanta gente in una manifestazione che non ha colorazione politica ma è una bella risposta di popolo. È evidente che la questione aquilana vada riportata a un livello nazionale».

{{*ExtraImg_182627_ArtImgRight_300x192_}}Grande assente il sottosegretario Legnini che «deve rappresentarci a Roma e non sarebbe stato opportuno coinvolgerlo in questa manifestazione», ha spiegato Giovanni Lolli.

Eppure, il sindaco dimissionario, manca.

{{*ExtraImg_182630_ArtImgRight_300x225_}}La Pezzopane si reinventa moderatrice con a fianco il sindaco facente funzione Betty Leone e il presidente del consiglio Carlo Benedetti. Presenti anche i sindaci di Rocca di Mezzo, Pizzoli, Barisciano e il coordinatore dei sindaci del cratere Emilio Nusca.

{{*ExtraImg_182631_ArtImgLeft_300x225_}}Il discorso in rappresentanza dei sindaci è affidato ad Angela D’Andrea, sindaco di Pizzoli: «Noi rappresentiamo i cittadini che con questo fango non vogliono avere nulla a che fare».

La parola è passata poi al consigliere Gamal Bouchaib che commenta: «da acquisito aquilano con mia moglie faremo nuovi cittadini aquilani, perché crediamo in L’Aquila. Giudico sui fatti e non sulle chiacchiere. Questo territorio è aperto a chi vuole credere in questa città e nel suo sindaco che ha nominato cittadini aquilani i bambini figli di stranieri nati a l’aquila. Sono il prodotto dell’aquilanità pura».

{{*ExtraImg_182632_ArtImgCenter_300x225_}}Molto toccante il commento di Marzia Buzzanca, salita sul palco come testimone della determinazione di chi in centro continua a vivere e combattere. «Sono nata in Libia, ma ho scelto L’Aquila per vivere – dice al microfono emozionata -.

Nel mio piccolo dò lavoro a 4 persone, dopo aver riaperto in centro da un anno mezzo! Massimo deve tornare per continuare a lottare con noi».

Aggiunge il professor Silvio Romano: «Lavoro da 13 anni presso l’Università de L’Aquila. Ho vissuto il terremoto con i miei ragazzi e non credevo si potesse arrivare ad avere oltre 25000 iscritti come lo scorso anno accademico. Invece è stato possibile. Bisogna credere, ancora».

Tifo da stadio per i ragazzi che sul palco hanno portato la loro testimonianza, a supporto della giunta e del suo sindaco.

A porre fine alla sentita manifestazione è la senatrice Stefania Pezzopane, che, fra gli applausi e i brusii, parla alla gente: «È una manifestazione per L’Aquila, per noi che c’eravamo il 6 aprile. Chi non c’era fa sciacallaggio.

La città è sofferente ed è colpita dalla durezza di questi 5 anni. Cialente è una persona onesta e per bene. Non si capisce perchè si debba dimettere. Glielo chiedono i consiglieri di centro destra che alla Provincia e alla Regione hanno avuto rappresentanti del loro partito arrestati. Chi non ha chiesto le dimissioni del presidente Chiodi dopo due arresti di due suoi assessori, o dopo le indagini sul suo studio di commercialista, non può chiederle a Massimo Cialente».

«C’è in ballo – continua la senatrice – la ricostruzione di L’Aquila.
Questa non è una città di ladri. Se Le responsabilità sono personali per la Regione perché sono politiche per il comune di L’Aquila? Massimo torna a fare il sindaco. Non mollare!

È in gioco l’onorabilità della città!».

{{*ExtraImg_182634_ArtImgLeft_300x225_}}«Il centro sinistra regionale – aggiunge infine – è con noi, non siamo soli come ci dicono in troppi. Sono altri che ci vogliono isolare e questo ha bisogno di una percezione politica acuta. Alcuni mezzi di informazione nazionali, all’indomani dello scandalo [i]Do ut des[/i], hanno iniziato una lotta mediatica per indebolire Cialente. Abbiamo fatto molti errori in questi cinque anni, ma abbiamo fatto tanto e sempre con molto impegno. L’ex commissario Chiodi, di cui abbiamo un pessimo ricordo come commissario e non lo sopportiamo più come presidente, ha fatto un [i]autogoal[/i] con la sua coltellata in affondo a Cialente. Lui non era un baluardo lui era l’unica istituzione che non voleva la legge ma avrebbe voluto le ordinanze della protezione civile. Non abbiamo bisogno di Chiodi ma abbiamo bisogno della Regione. Noi non abbiamo un presidente di Regione che viene a Roma a dare forza ai suoi parlamentari. Faccio un appello a tutto il centro sinistra: uniamoci e sterminiamoli!».