
In duecento circa, in piazza Duomo, all’Aquila, all’evento “[i]Dimettiamoli tutti. Indietro non si torna[/i]”, organizzato da movimenti e comitati cittadini per riaffermare la necessità di un cambiamento generale nell’amministrazione aquilana il giorno dopo l’assemblea pubblica promossa dal Partito democratico.
Numero di partecipanti inferiore rispetto ai 500 manifestanti che una settimana fa, nella stessa [i]location[/i], avevano esultato in contemporanea all’annuncio delle dimissioni del primo cittadino aquilano, accusato di responsabilità politica dopo l’inchiesta della procura della Repubblica su presunte tangenti e appalti, che ha portato alle dimissioni il vice sindaco della sua Giunta, Roberto Riga.
«Quando una comunità subisce un trauma come il terremoto e le inchieste giudiziarie, si può rispondere in due modi: se è una società vitale, crede nel cambiamento. Altrimenti prevale il senso di paura e di conservazione», ha detto Ettore Di Cesare, consigliere comunale di Appello per L’Aquila, durante la manifestazione. «Se si va avanti così – ha aggiunto – la città non si ricostruisce. Questo è un test importantissimo per la società aquilana, deve far vedere di che pasta è fatta. C’è bisogno di una stagione di cambiamento».
«Cialente non doveva ricandidarsi – ha detto Vincenzo Vittorini, consigliere comunale di ‘L’Aquila che vogliamo’ – e ora tornerà a fare il sindaco dopo questa messa in scena delle dimissioni. Per noi è dimesso, questa amministrazione non esiste più. Un ripensamento sarebbe un danno enorme per la città, siamo delegittimati a tutti i livelli». Secondo Vittorini, la città «deve eleggere un nuovo Comune, con persone nuove, che sappiano fare della trasparenza e della progettualità la base per ripartire. L’attuale Cialente non può ricostruire con qualsiasi governo italiano, non ha idea, né un progetto sulla città. Ha fatto un gesto importante, dimettersi dopo l’onta che ha subìto la città. Spero che lo confermi».
Presente anche la senatrice aquilana del Movimento 5 stelle, Enza Blundo. «Cialente ha responsabilità politiche che la stampa locale e nazionale non ha accennato, definendolo un buon amministratore – ha dichiarato l’esponente dei grillini – ma si deve ripartire, va invertita la rotta. Abbiamo un’amministrazione non più legittimabile? Bene, devono andare a casa». Tra il pubblico anche l’ex parlamentare dell’Italia dei valori Francesco Barbato che, però, non ha rilasciato dichiarazioni.