
di Antonella Calcagni
“#Dimettiamoli”, seconda puntata, cronaca di un flop. E’ andata in scena ieri pomeriggio nel tendone di piazza Duomo, dove sono accorse circa 200 persone. Un’assemblea che segue il “Cialente Pride” andato in onda la sera prima nel parco del Castello.
Nella tensostruttura si contavano: una rappresentanza dell’assemblea cittadina, del popolo delle carriole, del comitato 3.32, degli scontenti del centro sinistra e del centrodestra. E poi c’era il movimento Cinque stelle che in un primo momento avrebbe voluto mostrare il proprio striscione, ma non ha potuto visto il divieto dei comitati.
C’era però la senatrice grillina Enza Blundo, per la quale la campagna elettorale per le “comunali” è già cominciata: «Siamo pronti a votare a maggio – ha detto – Certo, il commissariamento ci spaventa, ma meglio invertire la rotta e sprecare un po’ di benzina, che continuare a percorrere la strada sbagliata che non porterà mai alla meta». Nessun dubbio sull’onestà del sindaco Massimo Cialente, per Enza Blundo: «però ha aggiunto – deve collaborare con la giustizia».
Impossibile non notare poi la presenza di un uomo molto distinto che si è sottratto ai microfoni, ma per tutto il tempo ha continuato ad impartire insegnamenti ad un gruppo di proseliti: i Giovani della Libertà. Si tratta dell’ex parlamentare Idv, Francesco Barbato che [i]off the records[/i] ha detto: «A testa bassa deve stare la politica, visto che il magna magna continua». Sembravano avere le idee molto chiare i ragazzi della Libertà che hanno chiesto un segno: «O si cambia o saremo costretti ad andare via».
Continua invece il sodalizio fra Ettore di Cesare e Vincenzo Vittorini, destinato ad andare avanti: «Vogliamo che questa città ricominci a credere nel proprio futuro con una stagione politica diversa – ha affermato Di Cesare – Solo con un progetto condiviso si potrà ricostruire». Per il consigliere Vincenzo Vittorini «male ha fatto il sindaco Cialente a ricandidarsi – ha spiegato – Sono pronto a scommettere però che ci ripenserà dopo questa messa in scena. Il dietrofront sarebbe un danno enorme per la città».
Oltre ai manifestanti consapevoli c’erano anche molti curiosi in piazza, gli aquilani dello struscio del sabato pomeriggio che facevano fatica a capire cosa stesse accadendo in città. Che succede qui? Hanno chiesto in molti ai cronisti. Una volta appreso il motivo dell’incontro parecchi hanno fatto spallucce.
Insomma in questa città si fa fatica ad avere anche un sano clima di curva nord e curva sud. La gente è distratta piegata su se stessa, presa dai problemi del tirare a campare. Per molti Cialente o un commissario non farebbe la differenza. Una cosa è certa: nei tendoni di piazza Duomo e del parco del Castello la campagna elettorale per le comunali e per le regionali è già cominciata.