
«”Sterminiamoli tutti” gridava Himmler dal quartier generale delle SS. Stesso ordine veniva impartito da Stalin in riferimento ai dissidenti politici detenuti nei gulag sovietici. Non poteva essere da meno la senatrice Pezzopane degna erede di un “passato che non passa” in cui esistono solo nemici da “sterminare” e dove l’odio è il combustibile dell’azione politica». A sottolinearlo, in una durissima nota, è Alfonso Magliocco.
«La Pezzopane – aggiunge Magliocco – in pieno delirio, ordina: “sterminiamoli tutti quelli del centrodestra”! D’altronde ricordiamo bene quando gioiva (post su Facebook) per una statuina lanciata in faccia a Berlusconi o quando da “boia” della giunta del regolamento del Senato ha condannato in anticipo il nemico pubblico n.1. Nulla di nuovo quindi: la politica intesa come strumento per lo sterminio del nemico e non come strumento di ricerca del bene comune. La sinistra lo ha sempre fatto! Se L’Aquila non si trovasse in una situazione oggettivamente difficile, tali esternazioni potrebbero essere derubricate a dichiarazioni sopra le righe o fuori luogo. Ma dato che la situazione dell’Aquila è sotto gli occhi di tutti tali dichiarazioni assumono una dimensione di una gravità inaudita. Non tanto per l’odio insito nelle stesse, ma quanto perchè si sta giocando con il futuro della città.
Apprendiamo, infatti, dalla stampa che Cialente strarebbe riflettendo sulla possibilità di ritirare le dimissioni che, parole dello stesso Cialente, sono state la conseguenza del non esaudimento da parte del suo Governo dei desideri richiesti alcuni mesi fa (via Trigilia, un miliardo l’anno e sformento del 3% del tetto deficit/pil). Le stesse richieste, ritenute irricevibili dal suo Governo, sono state reiterate qualche giorno fa durante una riunione romana del Pd. Ora, se erano irricevibili prima lo sono anche oggi e le dimissioni andrebbero confermate almeno per dignità. Se viceversa oggi venissero esaudite, in tutto o in parte, creando le condizioni per un ritiro delle dimissioni sarebbe a tutti evidente che le motivazioni addotte mesi fa dal Governo (Pd) per negare le risorse per la ricostruzione dell’Aquila erano false e che per Letta e il centrosinistra L’Aquila non rappresenta una priorità. Inoltre, sarebbe svelata l’esistenza di una guerra tutta interna al partito (Trigilia, Letta, Renzi, Cialente, Pezzopane sono tutti esponenti PD) che si sta combattendo sulla pelle dell’Aquila. Questo è il punto politico fondamentale: la ricostruzione dell’Aquila non può e non deve essere legata alle fortune o sfortune della classe dirigente del Pd.
Speriamo che Cialente e Pezzopane se ne rendano conto, perchè la città lo ha già fatto».