Ricordi a colpi di spot

19 gennaio 2014 | 17:43
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Ricordi a colpi di spot

di Gioia Chiostri

La pubblicità – quella vasta e caotica realtà autonoma che ci affascina ogni santo giorno interrompendo all’improvviso soap opera, film, telefilm, quiz e quant’altro – sembra essere una costante della vita quotidiana. Facciamo colazione e ci viene in mente Banderas con la sua fabbrica di dolci della Mulino Bianco, sempre impiastricciato di farina dalla mattina alla sera (altro che uomo di casa). Andiamo a lavoro, prendiamo un mezzo pubblico e davanti agli occhi abbiamo la pubblicità del mal odore nei tram che (ora sì!) si è in grado di sentire per via del giusto nebulizzatore nasale. Pranziamo e immancabilmente qualcuno lo fa con una Fiesta, sforzandosi di essere simpatico ai presenti, scimmiottando appunto il copione pubblicitario. Andiamo a letto e l’uomo premuroso della Coop balza nel cervello bisbigliando le maxi offerte che fanno stare bene i cittadini che pagano le tasse e la sua bella moglie che vorrebbe solo preparare un pranzo, in fondo.

Da notare come l’uomo, differentemente dal suo modello degli anni passati, si sia preso la briga di fare ciò che prima faceva la donna: spesa e impastare la pasta. Ma torniamo indietro nel tempo: ecco le pubblicità che hanno fatto la storia del martellamento del ‘comprami, comprami’ italiano.

Si comincia col mitico Ambrogio, il maggiordomo della ricca signora in giallo che ha voglia solo di ‘qualcosa di buono’. Oggi socialmente farebbe sorgere molti dubbi, vista la crisi che impazza. Abbiamo chiesto un’interpretazione d’eccellenza e d’eccezione al docente di computer grafica presso l’Università Europea del Design di Pescara, Manuel Rosini. «Nelle vecchie pubblicità – dice – venivano rappresentate situazioni di vita quotidiana o da sogno, quindi le famiglie si sono da sempre identificate nella realtà di ogni giorno o nei loro desideri. Oggi questa magia sembra sparita, insieme alla musicalità degli slogan che non restano più impressi. “Più lo mandi giù, più ti tira su!” “L’amore per la terra dà solo buoni frutti”».

E come dimenticarsi di una pubblicità che, [i]tout court[/i], ha capovolto il normale binomio uomo bello – uomo duro e autorevole nel parlare? Un vero colpo basso a chi presume di avere una voce sexy solo perché ha un aspetto sexy.

Si continua con l’uomo del Monte che dice di sì. Grande tormentone ancora oggi in voga presso i più ‘spiritosi’ truffatori di battute pubblicitarie. Come se l’uomo del Monte fosse una sorta di [i]’conquistador'[/i] colonialista che sa quando i suoi prodotti maturano, in barba ai contadini locali.

E che dire di questo spot? Zalando gli farebbe un baffo.

Per chiudere in bellezza proponiamo: Mental, fautore di un alito profumato.

Ed infine, il mitico Gigi della cremeria. Che poi Gigi chi è e dove stava mentre tutti lo cercavano, non si è mai saputo.