Bufera Ricostruzione, tutti liberi

21 gennaio 2014 | 17:14
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Bufera Ricostruzione, tutti liberi

Sono tornati in libertà con 48 ore di anticipo i quattro indagati agli arresti domiciliari dell’inchiesta “Do ut des” della procura della Repubblica aquilana sulle presunte tangenti sugli appalti per la ricostruzione che per la prima volta ha visto il coinvolgimento di amministratori ed ex amministratori, causando una bufera politica con le dimissioni prima del vice sindaco, Roberto Riga, indagato, e poi del sindaco, Massimo Cialente, non indagato.

Il gip del tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, ha prontamente detto sì alla richiesta della procura aquilana, istanza comunicata oggi con una nota dello stesso procuratore capo, Fausto Cardella, disponendo la fine dei domiciliari che sarebbero scaduti dopodomani. Il termine di 15 giorni era stato fissato nell’ordinanza con cui, l’8 gennaio scorso, il gip aveva disposto gli arresti ai domiciliari.

L’inchiesta coordinata dai due pm Antonietta Picardi e David Mancini con le indagini condotte dalla polizia ha coinvolto complessivamente otto persone, tra cui amministratori, dirigenti comunali e faccendieri.

La bufera giudiziaria ha provocato la crisi politica in seno all’amministrazione comunale con manifestazioni promosse dal centrosinistra a favore del ritiro delle dimissioni di Cialente e contromanifestazioni pro dimissioni organizzate dai comitati cittadini e dai consiglieri comunali di opposizione di espressione civica Ettore Di Cesare (Appello per L’Aquila) e Vincenzo Vittorini (L’Aquila che vogliamo).

L’inchiesta sulle presunte tangenti ha anche attivato una lunga serie di articoli di mass media nazionali che, come hanno sottolineato lo stesso Cialente ed esponenti autorevoli del centrosinistra aquilano, hanno dipinto L’Aquila come la «città del malaffare in attuazione di un complotto contro il capoluogo promosso da poteri forti». Cialente ha attaccato più volte il governo e il ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia, inviato del premier per la gestione del terremoto, sull’insufficienza dei fondi per ricostruire.

La decisione di anticipare di due giorni il ritorno in libertà dei quattro arrestati giunge alla vigilia della conferenza stampa nella quale il dimissionario sindaco dell’Aquila dovrà sciogliere il nodo sulla conferma dell’addio o sul ritiro delle dimissioni.

«La revoca degli arresti domiciliari con 48 ore di anticipo a parere della difesa è molto significativa», ha commentato l’avvocato Maurizio Dionisio, difensore dell’ex assessore e consigliere comunale dell’Aquila, Pierluigi Tancredi – uno dei quattro indagati dell’inchiesta della procura sulle presunte tangenti negli appalti per la ricostruzione – dopo il ritorno in libertà del suo assistito. «Tra le possibilità offerte dal codice – spiega – la procura aveva anche quella di chiedere la proroga della misura a tempo, ad esempio per ulteriori 15 giorni, mentre non solo non lo ha fatto, ma ha chiesto la revoca con 48 ore di anticipo».