Cialente Pride, l’agguato di De Matteis

21 gennaio 2014 | 15:29
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Cialente Pride, l’agguato di De Matteis

di Antonella Calcagni

“Dimettiamoli”, parte terza. Questa volta però ad andare in scena non è Ettore di Cesare e i movimenti civici, ma Giorgio de Matteis e i suoi che fino a oggi hanno mantenuto un profilo basso sulla vicenda dimissioni.

Se Cialente oggi dovesse ritirare le dimissioni, come sembra, Giorgio de Matteis e i suoi lo aspetterebbero al “varco”, in consiglio comunale per tentare il “colpaccio”: le dimissioni della metà dei consiglieri più uno per mandare a casa il sindaco e il suo consiglio. Un colpaccio con il concorso della maggioranza, altrimenti sarebbe destinato a fallire.

Ma il primo cittadino sembra aver già deciso. Con tutta probabilità rientrerà già oggi in municipio: lo annuncerà a mezzogiorno, dopo aver concertato i contenuti della conferenza stampa con la sua maggioranza.

In un primo momento l’ipotesi era quella di tornare a fare il sindaco annunciandolo in aula dopo un percorso di ascolto, tuttavia alcuni partiti hanno invitato Cialente a non tirare la cosa troppo per le lunghe.

In occasione della sua uscita pubblica il primo cittadino indicherà anche il vice sindaco che potrebbe continuare ad essere Betty Leone. Anche gli attesi segni dal governo stanno per arrivare, senza timori di ripercussioni per i venti di scissione in casa Pd a livello nazionale, oggi dovrebbe essere resa nota la data dell’incontro fra il ministro Saccomanni e il sottosegretario Legnini e il “new” sindaco Cialente teso ad acciuffare il miliardo elvetico.

Un ritorno quello del sindaco che non sarà indolore, ad aspettarlo al varco sono anche Di cesare e Vittorini che promettono occupazioni della sala consiliare.

«Cialente deve mantenere il gesto di grande dignità assunto – ha specificato Giorgio De Matteis – In ogni caso le sue dimissioni non ci hanno sorpreso. Avrebbe tuttavia fatto meglio a procedere all’azzeramento della giunta in seguito allo scandalo dell’inchiesta. Ora la montagna ha di nuovo partorito il topolino».

«Aveva detto di sentirsi isolato e e di essere stato licenziato dal governo – continua De Matteis insieme a Emanuele Imprudente, Corrado Ruggeri Daniele Ferella e Vito Colonna – Come condizione per tornare aveva chiesto di rimuovere il ministro Trigilia che invece è al suo posto, mentre il governo tace».

Non una parola di autocritica, questo l’errore più grande per l’opposizione. «Oggi si pensa di tornare indietro come se non fosse accaduto alcunché». De Matteis ha stigmatizzato il rifiuto delle offerte alla collaborazione giunte più volte dall’opposizione, come dire: «la ricostruzione è cosa mia e del Pd».

Corrado Ruggeri tuttavia ci riprova con l’ennesima richiesta di incontro datata 9 gennaio scorso rivolta a tutti i segretari politici dei partiti presenti in consiglio comunale. Un modo per rilanciare le grandi intese? Per De Matteis ora sarebbe troppo tardi.