
di Valter Marcone
Quando poi ti accorgi che il silenzio
sopra un foglio bianco
è un assedio di frasi che ballano
a somiglianza di un riflesso,
è tardi per dire che un bicchiere
è un bicchiere, una sedia una sedia,
una penna una penna. Un sorriso
un sorriso.
Devi dire che ci sono giorni che ritornano
notti uguali, due baci somiglianti,
due sguardi tali e quali.
Perché invece “non c’è giorno che ritorni,
non due notti uguali uguali,
né due baci somiglianti,
né due sguardi tali e quali“.
Così avviene che smette di piovere,
ti cucini un piatto di pasta,
e dormi qualche ora nel pomeriggio.
Avviene così, semplicemente
che andando in giro per la città
ti ritorna in mente quel silenzio
e una via dopo l’altra
ma senza ritorno;
errori, dolori, speranze, propositi
e nuove speranze riempiono quel silenzio
e non hai più bisogno di frasi
perché tutto diventa
stupore su stupore
amore su amore
sogno su sogno,
in poche parole, un silenzio
che ha lasciato qualcosa per dopo .
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