Bufera sulla Regione Abruzzo, 25 indagati

23 gennaio 2014 | 19:34
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Bufera sulla Regione Abruzzo, 25 indagati

Anche la Regione Abruzzo scivola nel presunto malcostume delle spese pubbliche.

La Procura della Repubblica di Pescara – secondo quanto accertato dall’Agi – avrebbe infatti emesso 25 informazioni di garanzia, con invito a comparire, nei confronti del presidente della Giunta Gianni Chiodi, di quello del Consiglio Nazario Pagano e di altre 23 persone, tra assessori e consiglieri.

I reati contestati sarebbero truffa aggravata nei confronti della Regione Abruzzo, peculato e falso ideologico.

LE INDAGINI – Titolari dell’inchiesta sono i sostituti procuratori Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli.

Le indagini, condotte dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Pescara, sarebbero iniziate un anno e mezzo fa e abbraccerebbero il periodo compreso tra il gennaio 2009 e dicembre 2012.

Stando agli accertamenti, gli indagati avrebbero richiesto indebiti rimborsi per viaggi istituzionali in diverse regioni, tra cui il Lazio, la Liguria, la Lombardia, il Veneto. Alcune di queste trasferte non sarebbero state contemplate o giustificate. In altre occasioni gli esponenti politici di centrodestra finiti sotto inchiesta si sarebbero recati in luoghi diversi da quelli indicati. Gli inquirenti avrebbero inoltre riscontrato diverse irregolarità nelle fatture di rimborso spese. I documenti contabili, in particolare, sarebbero tutti nelle mani dei magistrati che, tramite i carabinieri, li avrebbero acquisiti anche in copia nei vari centri dove gli amministratori si recavano per le trasferte.

PM: FATTURE GONFIATE E HOTEL DI LUSSO – Fatture gonfiate e hotel di lusso: è quanto scrive il pm Giampiero Di Florio, titolare dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara sui rimborsi delle missioni della Regione Abruzzo. «Nell’arco temporale 2009-2012 in relazione alla loro attività di rappresentanza esterna – si legge nel provvedimento in riferimento ai 25 indagati – rendicontavano: fatture di vitto e alloggio per missioni prive delle necessarie autorizzazioni, ovvero mai effettuate; fatture di vitto e alloggio artatamente gonfiate negli importi (che prevedevano pertanto l’estensione dei benefici anche ad altri individui – parenti e non – che non avevano alcun titolo ad usufruirne); fatture relative ad alloggiamenti e strutture di lusso non consentite dalle norme regionali, ma giustificate con false dichiarazioni di indisponibilità di strutture di minor livello».

L’EVOLUZIONE DELL’INCHIESTA – Biglietti aerei in [i]business class[/i] pagati ai parenti, hotel di lusso senza motivazioni o più camere pagate mentre si era soli in missioni, pranzi luculliani, persino una bottiglia di barolo da 95 euro per l’ex assessore Luigi De Fanis, arrestato a novembre per concussione. E’ quanto emergerebbe dall’inchiesta dei carabinieri di Pescara sulle spese delle missioni dal 2009 al 2012 del Consiglio Regionale d’Abruzzo.

L’inchiesta partita un anno e mezzo fa era giunta sul tavolo del pm Giampiero Di Florio alla fine di dicembre scorso: l’iscrizione sul registro degli indagati del presidente Gianni Chiodi e altri 24 tra assessori e consiglieri è il primo risultato a cui perviene la Procura, visto che si tratta solo dei rimborsi delle missioni e non dei rimborsi dei gruppi consiliari sui quali l’indagine é ancora aperta e dovrebbe concludersi entro un paio di mesi.

Da questa prima tranche di indagine é fuori il 2013, visto che le spese di quest’anno non sono ancora rendicontate. Il reato di truffa aggravata é per il periodo iniziale della consiliatura, quando Giunta e assessori anticipavano le spese e quindi i rimborsi erano a debito. Il peculato é per uso di carta di credito non per fini istituzionali, mentre il falso ideologico é per fatturazioni con dati non rispondenti al vero.

GLI INDAGATI – Oltre al presidente della Giunta regionale dell’Abruzzo Gianni Chiodi e del Consiglio regionale Nazario Pagano, ci sarebbero anche assessori e consiglieri regionali tra i 25 indagati nell’inchiesta della Procura di Pescara su presunte irregolarità di fatture per rimborsi di missioni.

Gli indagati, secondo quanto diffuso dall’agenzia di stampa Ansa, sarebbero: Alfredo Castiglione (attuale vicepresidente alla Regione e assessore alle Attività produttive), Paolo Gatti (assessore all’Istruzione), Mauro Di Dalmazio (assessore al Turismo), Carlo Masci (assessore al Bilancio), Mauro Febbo (assessore all’Agricoltura), Gianfranco Giuliante (assessore Protezione Civile), Federica Carpineta (assessore al personale), Luigi De Fanis (ex assessore alla Cultura), Angelo Di Paolo (assessore ai Lavori Pubblici), Lanfranco Venturoni (ex assessore alla Sanità), Riccardo Chiavaroli (consigliere Pdl), Giorgio De Matteis (Mpa), Emilio Nasuti (Pdl), Nicola Argirò (Pdl), Alessandra Petri (Pdl), Antonio Prospero (Rialzati Abruzzo), Lorenzo Sospiri (Pdl), Giuseppe Tagliente (Pdl), Luciano Terra (Udc), Nicoletta Verì (Pdl).

Tra i consiglieri d’opposizione: Franco Caramanico (Sel), Cesare D’Alessandro (Idv), Carlo Costantini (Idv).