
Signore, lo avete folgorato sulla strada delle Case Sparse (le casette di legno) e lo avete costretto a tornare sui suoi passi. Sui passi dei tradimenti, delle incredulità, delle solitudini. Avete fatto un vero miracolo per restituire agli aquilani la mente illuminata, guida della pubblica amministrazione. Il Governo, la Protezione Civile, la Regione, i Comuni del cratere e i cittadini tutti ve ne saranno veramente grati.
[i]Mia cara, non attribuirmi troppi meriti. Non ho fatto proprio nulla per far tornare Don Chisciotte sui suoi passi. Veramente ne aveva fatti pochi, perché con un ronzino azzoppato dove vuoi che potesse arrivare. Alla prima casetta abusiva di legno, quella posta sull’area soggetta ad esondazione, si è fermato e ha trovato ospitalità, in cambio, forse, di una ipotetica sanatoria. Te lo avevo preannunciato in tempi non sospetti, appena depositate le armi nelle mani del Presidente del Consiglio: il massimo sindaco ritirerà le dimissioni. Questo è quanto è avvenuto puntualmente in mattinata. Ti pregherei di non chiamare in causa Governo, Protezione Civile, Regione, Comuni e stampa nazionale. Questi mi hanno già rimproverato di non essere intervenuto prima, figuriamoci adesso che il massimo comune “dominatore” ha scaricato tutte le responsabilità, i ritardi, le incertezze normative, le malefatte, sul cattivo, se non pessimo, comportamento di quelle istituzioni.[/i]
Signore mio, devo riconoscervi un merito che non ha nessuno. Voi non sbagliate mai. Però, questo fatto mi fa riflettere alquanto, perché anche il massimo cittadino non sbaglia mai, sono sempre gli altri. Con un atteggiamento triste, compassato, con il solito ciuffetto che gli cadeva sull’occhio “manco”, per non fargli vedere quello che non fa la sua sinistra, ha ripercorso l’ardua salita, come il corridore di biciclette come si è autodefinito, di tutti gli errori commessi da Berlusconi e Bertolaso. A Monti si è fermato, forse perché subito dopo avrebbe trovato Letta, che ha definito incapace, Trigilia, di cui ha chiesto la testa, i burocrati che avevano bocciato il progetto della rottamazione elettronica, che lo avevano costretto alla fuga per evitare brutte figure. Se l’è presa anche con le “cicogne” che, nelle migrazioni stagionali, hanno ignorato lo scalo portuale dell’Aquila per l’inaugurazione del primo atterraggio. Non ha risparmiato il Presidente della Regione accusandolo di dissennata spesa della struttura commissariale regionale. Ha redarguito la stampa nazionale per essere stata troppo severa e partigiana nel giudicare l’amministrazione e gli aquilani. Se ho dimenticato qualcosa Signore correggetemi pure.
[i]Carissima, se tu avessi dimenticato qualcosa, avrebbe avuto un significato irrisorio. Quello che ha dimenticato di dire il sindaco massimo, “probo viro”, o ha riferito in maniera distorta, oppure sfiorando solamente l’argomento, assume un aspetto qualificante e indiscutibile, perché esce dalla bocca della verità. Non ho sentito parlare, infatti, dell’appalto delle macerie quando ancora non si depositavano le polveri dalle stesse sollevate. Non ho sentito dire nulla in merito alla proposta di sanatoria delle tremila casette di legno abusive. Non ho sentito menzionare nessun finanziamento concesso per la ristrutturazione di quelle case, abbandonate dal oltre 50 anni, sprovviste di corrente elettrica, di servizi igienici e di allaccio idrico. Anche questi finanziamenti, ne esistono diversi casi, sono stati ordinati dalla Protezione Civile? Nessun accenno alla rottamazione elettronica e all’entrata in esercizio dello scalo aereo commerciale. Nemmeno una parolina sulla urgente approvazione del progetto di riqualificazione di Piazza d’Armi. Vorrei fermarmi qui per non creare troppe preoccupazioni al nuovo Vice sindaco. Non vorrei provocare le sue dimissioni prima ancora che cominci a mettere le mani all’interno della cassa municipale.[/i]
Signore mio, questo vostro comportamento non mi sta bene. Prima cominciate a parlare bene e, poi, sul più bello vi fermate solamente per non creare preoccupazioni ai nuovi arrivati, pieni di buona volontà e capaci di fare pulizia dentro e fuori le mura. Avete dimenticato di dire che ha cacciato Berlusconi con una ferocia incredibile, dietro commissione dei vertici politici locali. Ha fatto accompagnare Bertolaso alle porte di Roma con la scorta per impedirgli di tornare all’Aquila. Ha disputato una serie di incontri di pugilato virtuale con Chiodi, che ha avuto il solo torto di richiamarlo spesso al rispetto delle regole. Si è ben guardato dal confutare attentamente i contenuti dell’articolo apparso sul Sole 24 Ore riguardanti il suo operato. L’estensore dell’articolo non ha inventato nulla. Ha ripetuto fedelmente quello che il massimo sindaco ha affermato a suo tempo. I 60 miliardi di euro necessari per la ricostruzione provengono da un colloquio intercorso con Tremonti, quando pretendeva l’assegnazione ”pronta cassa” di ben 64 miliardi. Vorrei continuare, ma ho paura che possa essere individuata e, come penalità, potrei essere esclusa dal finanziamento per la ristrutturazione della mia modesta casetta. A meno che non intervenga prima la mia epurazione dall’Aquila.
[i]Carissima, non ti spingere oltre. Lascia fare a me. I conti tornano. Infatti, come ripetuto anche questa mattina in conferenza stampa, per ricostruire la città i gestori della cosa pubblica avrebbero bisogno di almeno 1 miliardo e 200 mila euro l’anno, anche per rispettare i tempi di realizzazione contenuti nel cronoprogramma, la cui durata non è stata mai resa nota, sarebbe ragionevole ritenere che, se andiamo avanti di questo passo, occorreranno circa 50 anni per la ricostruzione. Moltiplicati per l’importo occorrente annualmente, ammonterebbero esattamente a 60 miliardi, dei quali 10 o 12, non si sa bene quanti, sono stati già impiegati per ragioni diverse ed ecco che i conti tornano con la stessa precisione indicata dal sindaco massimo. Vorrei trascurare le famose “passerelle” che gli altri hanno cercato all’Aquila, ma non posso. Devo dire, a proposito, che se c’è stato qualcuno che ha percorso tutte le passerelle politiche, mediatiche, folkloristiche è stato solamente il primo cittadino della città. Addirittura, ha cercato di offuscare la fama di Celestino V, tentando di cancellare la cerimonia della Perdonanza, per usurpargli l’importanza del “gran rifiuto”. Non ha avuto neppure questa fortuna. Per un gesto del genere ci vuole coraggio, decisione e umiltà. La classe, purtroppo, non è acqua. Lui, invece, si è dimesso con la riserva mentale di ritirare le dimissioni in tempo utile. Ci è riuscito perfettamente. Ha perduto, però, dignità, rispetto e ogni considerazione da parte di tutti quei cittadini che, in silenzio, non hanno condiviso il “tributo” di solidarietà dell’esercito dei fedelissimi, che pur stimato partigianamente in tremila unità, rappresenta una ininfluente inezia rispetto ai 70 mila abitanti dell’Aquila.[/i]
Signore, per favore, cercate di mettere fine a queste scenette. Fate capire a Don Chisciotte che non ha più interlocutori e, perciò, può combattere solamente con quei pochi mulini a vento che sono rimasti. Una cosa mi sta molto a cuore e che vorrei dirvi nel vostro esclusivo interesse. Questa mattina ho sentito dire dal massimo sindaco che si metterà alla ricerca di qualche altro elemento, oltre all’ex procuratore, per cercare di risanare giunta, consiglio e carrozzone comunale. State attento che non convinca anche voi a scendere nell’arena, altrimenti chi difenderà ancora la mia dignità e quella degli aquilani? Un ultima preghiera. Voi che avete la capacità di farvi ascoltare, cercate di far capire al massimo sindaco di pubblicare tutti i progetti dei lavori di ristrutturazione e ricostruzione finanziati sugli organi di stampa locale, perché non tutti possiedono l’attrezzatura elettronica necessaria. L’hanno già rottamata. Se non vi dispiace, affrettatevi a richiamare la mia anima accanto a voi, prima che sia troppo tardi. E così sia.