
E’ su tutte le furie l’ex vicesindaco dell’Aquila Roberto Riga, dopo un’intervista rilasciata al quotidiano [i]La Repubblica[/i] da Massimo Cialente, all’indomani dell’annuncio del ritiro delle proprie dimissioni da Primo cittadino dell’Aquila.
Riga, in seguito alla bufera che si è abbattuta sulla ricostruzione per via di un’inchiesta su presunte tangenti che lo vede destinatario, insieme ad altri, di un avviso di garanzia, aveva deciso di dimettersi. Ma ora Cialente, secondo quanto riportato dal quotidiano [i]La Repubblica[/i] lascia intendere che sarebbe stato lui stesso a spingere Riga verso la scelta dell’abbandono della carica.
All’affermazione del cronista del quotidiano “[i]Sindaco, le hanno arrestato il vice e il consigliere delegato alla ricostruzione: corruzione[/i]”, il Primo cittadino, sempre secondo quanto riportato da [i]La Repubblica[/i], avrebbe risposto: “[i]Guardi, ho chiesto io a Riga, che è un uomo dell’Api di Rutelli, di dimettersi. Era nel mio ufficio, bianco come un cencio: ‘Non c’entro un c…, lo giuro sui miei figli. Non me ne vado’. Gli ho dato un bicchiere d’acqua: ‘Devi dimetterti'[/i].
Riga, che nell’ambito dell’inchiesta non è stato arrestato, ma è soltanto indagato, nel leggere l’intervista è rimasto «basito e amareggiato», come scrive lui stesso in una durissima nota. Cialente, aggiunge l’ex vicesindaco, «con saccenza, arroganza e irriconoscenza precisa il mio stato d’animo, riferendo cose non precise e vere». Poi, un attacco alla stampa e alla tendenza ad «individuare personaggi “sporchi, brutti e cattivi”», dal quale emerge il nervosismo legato all’ondata mediatica recentemente attivata da numerosi e diversi [i]mass media[/i] nazionali. Un vero e proprio uragano, che si è riversato sulla città in alcuni casi anche con la diffusione di informazioni poco precise. Un atteggiamento che secondo molti cittadini ha danneggiato il capoluogo abruzzese. D’altra parte, è ormai opinione diffusa tra molti aquilani che se i riflettori bisogna accenderli a metà o con luce ritenuta dagli stessi ‘distorta’, forse sarebbe più utile lasciare L’Aquila al suo destino di oblio.
«Resto stupito e amareggiato dall’intervista rilasciata dal sindaco Massimo Cialente sul quotidiano [i]La Repubblica[/i] di oggi – sottolinea l’ex vicesindaco – La cosa che più mi addolora è quella di essere stato un collaboratore di un sindaco che ama scaricare la responsabilità sugli altri, senza neanche aver accertato se essi hanno commesso errori o sbagli. Comunque quello che onestamente mi ha lasciato basito e amareggiato riguarda il contenuto delle domande poste dal giornalista e nello specifico la circostanza del mio status di “arrestato”, riferito per ben due volte. Ebbene, in tali occasioni il sindaco Cialente non chiarisce assolutamente che il sottoscritto è stato raggiunto da un’ informazione di garanzia, istituto a tutela dell’indagato, ma con saccenza, arroganza e irriconoscenza precisa il mio stato d’animo riferendo cose non precise e vere».
«A tale scopo, onde fugare ogni dubbio sul mio conto – aggiunge Riga – vorrei precisare che l’accusa levata nei miei confronti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di L’Aquila è a tutt’oggi confinata nell’alveo delle indagini preliminari, talchè lo scorso 13 gennaio sono stato convocato dal Sostituto Procuratore della Repubblica, dottor Mancini per rendere interrogatorio, in qualità di persona sottoposta ad indagini e non come imputato. Per dovere di cronaca, circostanza spesso trascurata proprio dagli “addetti ai lavori” e per mero spirito collaborativo vorrei evidenziare che lo scrivente non è mai stato sottoposto ad alcun tipo di misura di custodia cautelare, come appunto erroneamente viene riportato più volte nella predetta intervista rilasciata dal sindaco Cialente. Senza lasciarsi permeare dal “vizio” del pregiudizio e della condanna anticipata, frequente in chi usa molto il verbo “arrestare”, soltanto come esercizio semantico e lessicale , piuttosto che esercitazione di vita attiva, vi potrei comunicare alcuni passaggi dell’inchiesta in cui gli stessi personaggi chiave riferiscono di vicende nelle quali sono estraneo. Tuttavia temo che tale opera ricostruttiva possa non interessarvi in quanto indirizzata alla sola ricerca della verità, mentre presumo sia più semplice individuare personaggi “sporchi, brutti e cattivi” sui quali concentrare tutta l’attenzione mediatica a discapito di una reale e puntuale ricostruzione dei fatti. Infine, ricordo a Cialente, con la serenità e la chiarezza che mi ha sempre distinto, che è il momento che inizi ad assumersi le vere responsabilità di un sindaco e pensi con entusiasmo al futuro della città per garantire prospettive alle giovani generazioni e sicurezza agli anziani. Mi rallegro infine, per l’ingresso in giunta del dottor. Trifuoggi, già procuratore della repubblica dell’Aquila».
[url”LEGGI I CHIARIMENTI DI CIALENTE”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=96007&typeb=0[/url]