
Dopo la proposta e
l’approvazione della delibera in Consiglio comunale,
Montesilvano da oggi è la prima città ‘derazzistizzata’ d’Italia
con tanto di cartello stradale anti-razzismo scoperto oggi alle
porte della città.
«Vivo apprezzamento e soddisfazione per
l’iniziativa» sono stati espressi, attraverso il Forum
provinciale immigrazione, dal ministro dell’Integrazione, Cecile
Kyenge.
Il primo cartello scoperto si trova sul lungomare, al confine
con Pescara. La segnaletica è composta da una scritta “Comune
derazzistizzato” con il simbolo del cerchio rosso del “divieto
di accesso” che contiene la sagoma nera stilizzata di un uomo
che fa il saluto romano, ricordando vagamente il simbolo dei
‘Ghostbusters’.
L’opera è stata realizzata e donata dall’artista locale Pep
Marchegiani, uno dei maggiori rappresentanti della pop art a
livello internazionale, lo stesso che nei giorni scorsi ha
promosso un blitz ‘esplicitista’ a Firenze e che ha realizzato
una lapide di marmo con l’immagine di Gianfranco Funari nelle
vesti di Superman.
All’iniziativa odierna, oltre al sindaco,
Attilio Di Mattia, all’assessore alle Pari opportunità, Stefania
Di Nicola, e a Marchegiani, hanno preso parte numerosi esponenti
della comunità senegalese ed alcune scolaresche della città.
«Le persone che vengono da fuori
sono una risorsa – ha commentato il sindaco Attilio Di Mattia –
e la diversità culturale è ricchezza. Il Consiglio comunale si è
espresso per dire a gran voce, con un atto simbolico, che
Montesilvano è una città derazzistizzata e la segnaletica lo
ricorderà a tutti; a chi arriverà in città e, soprattutto, agli
studenti, che sono il futuro della nostra nazione».
Secondo Pep Marchegiani si tratta di «un primato per
Montesilvano e per l’arte. L’Italia è sempre stata una terra
multietnica – dice l’artista – ed è triste pensare che nel terzo
millennio si debba sottolineare con un’opera quanto sia orribile
classificare l’uomo in razze. Il razzismo è figlio
dell’ignoranza e nipote della paura del diverso. Montesilvano è
una città multietnica e di questo non dobbiamo avere paura».