
di Roberta Galeotti
Il nuovo ‘[i]scandalo[/i]’ che ha investito la regione Abruzzo ci riporta drammaticamente a trattare il rapporto tra politica e magistratura.
Nella serata di giovedì sono stati passati alla stampa 25 avvisi di garanzia, alcuni non ancora notificati agli indagati stessi, emessi dopo due anni di indagini per contestare dei presunti reati ad altrettanti amministratori.
Le indagini hanno analizzato dei resoconti di missione dei componenti la giunta regionale e alcuni consiglieri.
A parte l’opportunità di pagare con i soldi pubblici missioni in alberghi extra lusso o prodotti di consumo personale, vorremmo capire come la magistratura sia arrivata a controllare le voci di spesa dei fogli missione dei politici abruzzesi.
Ogni missione, infatti, prima di essere svolta e saldata viene avallata ed autorizzata dai funzionari, dai dirigenti e, infine, dai direttori dell’Ente, così come ogni pagamento e rimborso spese viene autorizzato passando di scrivania in scrivania.
Ora mi domando, come può essere necessario l’intervento della procura e degli investigatori di fronte ad un pagamento indebito? Non erano tenuti gli uffici preposti a negare o a depennare i presunti pagamenti indebiti dei consiglieri e degli assessori e a provvedere a decurtarli direttamente dai lauti stipendi?
Possibile che tali controlli debbano passare per due anni di indagini e per un procedimento giudiziario?
Quanto sono costate alla comunità le indagini e tutte queste operazioni? Quante persone, quante ore di lavoro e quanti stipendi coinvolti?
Mentre persone assunte con l’obiettivo di svolgere mansioni amministrative presso gli uffici della regione e del consiglio regionale non hanno svolto il lavoro dovuto e non hanno appianato le distorsioni o le dissonanze dei conti.
80 mila euro di spese in tre anni, contestate a venticinque persone.
Poco più di mille euro l’anno a persona.
Di questo si sta interessando la magistratura abruzzese, che ha già due volte cambiato il corso della storia di questa regione, nel 1992 e nel 2008, e che ora insegue la scia degli scandali dei rimborsi dei vari consigli regionali mettendosi a spuntare i fogli missione dei politici.
La stessa magistratura che non controlla soltanto la politica ma, ormai, si sostituisce ad essa acquisendo incarichi.
La situazione impone una riforma della giustizia urgente e
la distinzione improcrastinabile delle carriere.
Oltre ad una sempre più acuta capacità di osservazione critica della realtà.