
di Nando Giammarini
Diceva Cicerone: ‘la vita senza l’amicizia è il nulla‘. Partendo da questo presupposto è bene ricordare il suo valore che, tramandandosi di generazione in generazione, unisce genti e popoli in un insieme di relazioni sociali volte a tenere alti i valori dei nostri territori d’origine e delle loro genti.
Il tempo, che nessuno potrà mai di pensare di fermare, scorre inesorabilmente trasformando persone, cose e rapporti interpersonali mantenendo inalterati usi ,costumi e tradizioni culturali. In codesto contesto saluto con gioia e soddisfazione l’amicizia che i miei figli ed i nipoti hanno rinnovato con i ragazzi di Sala e Collicello di Cagnano Amiterno dei quali ero amico, da ragazzo, con i loro genitori.
Penso a Sonia ed Emidio Lucidi, con cui facevamo, trent’anni orsono, svariate feste insieme; ad Angelo Massimiani con cui condividevano la stessa idea politica, la passione per la caccia e ci intrattenevamo in lunghi dialoghi fino alle ore piccole davanti al bar; a Dina la madre di Emanuele e Serena di Piero amica comune di un’amica di mio fratello Antonio.
Seguendo questo, come dire, filone giovanile si sono sviluppati nuovi incontri tra ragazzi e si è ricomposto, quasi per incanto, un antico tracciato. E’ davvero bello riuscire a captare telefonate tra i ragazzi, un gruppo unito e coeso che si cerca e si sostiene a vicenda.
E’ oltremodo carino vedere i giovani di Cabbia con le famose magliette arancione della Sagra del Cinghiale, importante evento estivo di Collicello, sfrecciare tra i tavoli a servire. Davvero uno splendido segnale di amicizia e di solidarietà che, auguriamoci, non finisca mai poiché valore autentico della vita. Ma, si sa, i figli talvolta coinvolgono i genitori, da qui è nata la splendida iniziativa di fare i maiali insieme, giunta alla seconda edizione. Un fatto importante, anche per quel che concerne l’antica tradizione dei nostri paesini di montagna, è il rapporto con il tempo quindi il ciclo delle stagioni, grande orologio naturale che da sempre ha ritmato e regolato le attività dei popoli un dì relegate alla sopravvivenza. La nostra usanza prevedeva nella stagione fredda a ridosso del Natale l’uccisione del maiale e la relativa lavorazione delle carni.
Per noi è stato davvero un momento d’incontro, di socialità, di amicizia, di spensieratezza. A casa di Ninetto, in un ambiente salubre, organizzato e riscaldato quanto bastava, un gruppo di amici guidato dalla bravura del proprietario e da un’organizzazione perfetta si è cimentato in una due giorni di lavorazione dei suini. Eravamo in tanti: io, Nino, Giancarlo, Cesare, Emilio Diego, Fabrizio, Mario, Emanuele, Francesco, Michele, Domenico. Tra un discorso serio ed uno sfottò trascorremmo delle ore davvero speciali da provetti norcini. Le donne, cui va il mio ringraziamento, si cimentarono ai fornelli. Iniziammo la mattina presto salutando il nuovo giorno con dei gustosissimi caffè e cappuccini gentilmente preparati da Dina, la padrona di casa. Il lavoro andò avanti per tutta la giornata interrotto dalle prelibatezze del pranzo e della cena. Una bella tavolata, come capita raramente, tra amici, figli e genitori in un clima di vero calore umano che solo la gente di montagna sa esprimere. Davvero un’occasione d’ incontro e di cordialità, come ne esistono pochi, in un festoso clima post natalizio con la neve che imbiancava le cime più alte. Ultima nota positiva anche il cane ed il gatto della famiglia Di Piero, sembravano compiaciuti dalla presenza della simpatica compagnia tanto che dormivano, sull’uscio di casa, l’uno sull’altro arrivando a confutare l’eterna, proverbiale, inimicizia. Un grazie di cuore a tutti.