Rimborsopoli, arrivano i chiarimenti

26 gennaio 2014 | 15:28
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Rimborsopoli, arrivano i chiarimenti

Continua la ‘nevicata’ di parole, attacchi e testimonianze che da qualche giorno ha preso di mira la Regione Abruzzo. Le perturbazioni non mostrano segni di cedimento, tanto che nuove prove e controprove vengono a galla, oscurando il cielo terso della verità.

Il consigliere (Idv) Cesare D’Alessandro, preso atto delle ultime vicissitudini, si difende dicendo che «per quanto concerne la missione a Verona (Vinitaly) è avvenuto esattamente l’opposto di quanto contestato, ovvero che nell’esibire le ricevute fiscali… e nell’omettere scientemente di indicare l’utilizzo della camera d’albergo unitamente ad altra persona e che i pasti erano stati consumati da 2 persone. In realtà, nel prospetto di riepilogo spese si chiede espressamente la liquidazione al 50% delle spese d’albergo e di vitto. A tal fine è sufficiente assumere informazioni dai funzionari degli Uffici preposti. Riguardo al punto della missione a Varenna (Convegno Studi Amministrativi), gli scontrini/fattura sono regolarmente allegati e per quanto attiene la fattura di euro 80 della taverna Colleoni dell’Angelo, è avvenuto esattamente il contrario di quanto contestato. In realtà, la cena fu consumata non da 2, ma da 3 persone, di cui 2 consiglieri regionali. La somma dovuta fu interamente liquidata di propria tasca dai suddetti consiglieri, ai quali fu rilasciata ricevuta fiscale, su specifica richiesta degli stessi, per un importo notevolmente ridotto di 80 euro cadauno. Per quanto attiene il pernottamento in albergo, il prezzo per la camera uso singola e quello per la camera uso doppia era sostanzialmente identico, come risulta dalla libera visione del sito internet dell’hotel.

Riguardo il fatto di non aver esibito ricevuta relativa al pasto di 60 euro, la stessa esiste ed è agli atti. Altrimenti non si vede come gli Uffici preposti avrebbero potuto corrispondere il relativo rimborso».

Non è di parere opposto Carlo Costantini (consigliere Idv) che contro la bufera che s’è abbattuta sulla sua testa, oppone l’arma della ‘prova’: «quello che ora mi interessa farvi sapere – spiega in una nota – sono le ragioni per le quali ormai in tutta Italia sono associato alla banda dei disonesti che negli anni hanno depredato le casse dei Consigli Regionali. Proprio io, che negli ultimi anni ho rinunciato ad oltre 1.100.000,00 euro di “prebende” (il conteggio analitico lo troverete alla fine), lasciandoli nelle casse dello Stato e della Regione. La mia situazione è molto semplice e del tutto speculare a quella resa nota dal mio collega, Cesare D’Alessandro.

In occasione della partecipazione ad un convegno nel settembre 2009, io, il collega D’Alessandro e sua moglie andammo a cena in un ristorante nelle vicinanze dell’albergo. Quando ci presentarono il conto, quasi 360,00 euro, rimasi sbalordito e dissi al collega D’Alessandro (la circostanza mi è stata ricordata da sua moglie) che sarebbe stato, per quanto legittimo, immorale presentare una rendicontazione così elevata. Per questo decidemmo di far separare i conti e di farci rilasciare, ai fini della rendicontazione, due ricevute da 80,00 euro e di pagare la restante somma di tasca nostra; sia i 120,00 euro riconducibili alla moglie del collega D’Alessandro, che altri 80,00 euro riconducibili al nostro pasto.

In concreto, pur avendone il diritto e la possibilità, ho rinunciato a farmi restituire dalla Regione 40,00 euro, oltre ad altri 10,00 euro per la sosta dell’auto in occasione del convegno, pure documentata. Per quanto riguarda la camera dell’hotel, la spesa dell’uso singolo e doppio risultava sostanzialmente identica. Questi i fatti che, consentendomi di documentare di aver beneficiato di rimborsi inferiori a quelli che mi competevano per legge, mi consentiranno anche di spiegare ai Magistrati che non sono un truffatore.

Resta, però, il danno incommensurabile che ho subito; e quando qualcuno subisce ingiustamente un danno, il colpevole non può mai mancare.

Sono colpevoli i Magistrati che mi hanno iscritto nel registro degli indagati, per quanto nella imminenza della campagna elettorale?

Direi proprio di no, anche perché questo atto mi consentirà nei prossimi giorni di sostenere un interrogatorio e di spiegare abbondantemente quello che vi ho anticipato.

Sono colpevoli i giornalisti ed i mezzi di informazione in generale?

Direi anche di no, considerato che se avessero taciuto l’iscrizione nel registro degli indagati di un personaggio pubblico per un reato così grave non avrebbero svolto correttamente il loro ruolo di informazione dell’opinione pubblica.

Ma allora chi sono i colpevoli?».

Ultimo ma non meno importante l’intervento a sostegno dei due consiglieri dell’Italia Dei valori da parte del segretario regionale Idv Mascitelli: «Sono convinto che Costantini e D’Alessandro sapranno dimostrare, rispetto alle contestazioni loro mosse, la correttezza dei loro comportamenti – dice – Va chiarito, però, per completezza di informazione, che entrambi, da quasi un anno, e lo sanno tutti, non fanno più parte dell’Italia dei Valori non avendo aderito e più partecipato alle nostre attività, alle iniziative e ai congressi, decidendo di seguire un altro percorso».

«In consiglio regionale – prosegue Mascitelli – l’Italia dei Valori ha un solo consigliere, Lucrezio Paolini, e con il congresso nazionale del 30 giugno scorso abbiamo introdotto finalmente nel nostro statuto la norma che consente un controllo preventivo da parte del partito di tutte le spese dei nostri eletti. Nell’esecutivo regionale allargato a tutti i dirigenti del partito, verrà fatto approvare, come norma da introdurre nel prossimo programma elettorale amministrativo, la riduzione delle indennità dei consiglieri regionali, parificandola a quella dei sindaci dei capoluoghi di provincia, e l’abolizione dei rimborsi spese dei gruppi a pie’ di lista, ma solo dopo un controllo ex post delle spese effettivamente necessarie».