
Rubata l’ampolla con il sangue di Giovanni Paolo II, custodita in un santuario abruzzese.
In una reliquia portata via assieme a una croce in un furto sacrilego avvenuto la notte scorsa e scoperto ieri mattina al piccolo santuario alle falde del Gran Sasso di San Pietro della Ienca, c’era il sangue di Papa Wojtyla.
Si tratta, secondo quanto riferito dal presidente dell’associazione culturale “San Pietro della Ienca”, Pasquale Corriere, di una delle poche reliquie con il sangue del pontefice polacco conservate al mondo. Sul fatto indagano i carabinieri dell’Aquila, coordinati dal comandante provinciale Guarino Savino, che hanno svolto un approfondito sopralluogo. Le indagini sono in corso e la procura della Repubblica ha aperto un fascicolo.
Nella chiesetta di San Pietro che ne ospitava le reliquie, Giovanni Paolo II si era recato molte volte, in occasione di diverse escursioni sul Gran Sasso. Nel 2011, in suo onore, l’edificio era stato eretto a Santuario, dedicato proprio al Papa polacco.
«Il furto di una croce e della reliquia del sangue di Giovanni Paolo II, anche se eseguito su commissione – come ha affermato il presidente dell’associazione San Pietro della Ienca – non deve far escludere la pista satanica».
Lo denuncia il comitato di volontariato Osservatorio Antiplagio. Il giorno del furto, infatti, coincide nel calendario satanico con l’inizio del dominio del demone Volac, evocato dal 25 al 29 gennaio, periodo nel quale rientrano anche il ricordo sacrilego e il risvolto satanico dell’olocausto nazista nella Giornata della Memoria, per preparare il capodanno di Satana che si celebra il primo febbraio.
«Secondo gli adoratori del diavolo – spiega il coordinatore nazionale dell’osservatorio antiplagio, Giovanni Panunzio, insegnate di religione – tale data rappresenta la nascita, le origini: quindi in questa fase dell’anno il sangue e la croce sono oggetti emblematici da profanare, sia per la religione cattolica che per quella ebraica. Il mercato dei simulacri religiosi nelle sette sataniche è particolarmente fiorente e i simboli sacri senza un particolare valore artistico, ma unici, come quelli trafugati a L’Aquila, vengono pagati decine di migliaia di euro. Anche il ricatto e l’eventuale richiesta di un riscatto possono rientrare in quest’ottica criminale. Il furto è stato scoperto da Franca Corrieri, figlia di Pasquale, fondazione dll’associazione culturale San Pietro della Jenca».
Da stamattina, oltre cinquanta carabinieri stanno setacciando passo passo la zona intorno alla piccola chiesa di San Pietro della Ienca, sotto il Gran Sasso, alla ricerca della reliquia con il sangue di Giovanni Paolo II. La battuta si avvale di cani cerca persone. Le indagini dei militari guidati dal comandante provinciale, Savino Guarino, avrebbero evidenziato la possibilità che i ladri si siano disfatti dell’oggetto sacro.
Ancora una condanna dal presidente dell’Associazione culturale ‘San Pietro della Ienca’, Pasquale Corriere, promotore delle iniziative di rilancio turistico del Gran Sasso incentrato sulla figura di Wojtyla. Corriere ha ribadito che sono «tre sole al mondo le reliquie con il sangue di Wojtyla». Sul furto è stata aperta un’inchiesta dalla Procura dell’Aquila.