Slavina a Campo Imperatore, aquilano gravissimo

28 gennaio 2014 | 14:57
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Slavina a Campo Imperatore, aquilano gravissimo

Si chiama Mario Celli lo sciatore rimasto gravemente ferito dopo essere stato travolto da una slavina a Campo Imperatore, sul Gran Sasso d’Italia.

Il ragazzo è riuscito fortunatamente a salvarsi grazie all’intervento di due medici – Gianluca Facchetti del Cai e Nadia Garbuglia del 118 – che sono riusciti a rianimarlo quando ormai sembrava che non ci fosse più nulla da fare.

L’uomo, che ha 32 anni ed è figlio di un conosciuto medico radiologo dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, Silvano Celli, è stato trasferito all’ospedale ‘Mazzini’ di Teramo in gravissime condizioni e dopo un primo passaggio all’emodinamica per la forte ipotermia è stato ricoverato in rianimazione.

A far scattare l’allarme è stato il fratello del giovane, Paolo Celli, inizialmente dato per disperso e invece rimasto illeso, insieme a un altro sciatore.

Dalle prime notizie arrivate dagli impianti e poi fortunatamente non confermate era emerso il presunto decesso di almeno una persona. Un dramma in un secondo momento fortunatamente scongiurato.

La slavina avrebbe interessato la zona dello “Scontrone”, un fuori pista impegnativo che dalla stazione sciistica riconduce alla base della funivia, a Fonte Cerreto. Non si sa se la valanga sia stata creata dal passaggio degli sciatori o se si sia staccata da sola.

Sul posto sono subito intervenute squadre della forestale, della finanza, dei carabinieri, della polizia e del soccorso alpino. La zona è stata controllata anche attraverso un elicottero della forestale decollato da Pescara.

I SOCCORSI – A dare l’allarme, ha riferito il responsabile regionale del Soccorso Alpino del Cai, Antonio Crocetta, è stato l’altro fratello, che è in buone condizioni di salute.

Il più grave degli sciatori travolti è stato portato all’ospedale Mazzini di Teramo in gravissime condizioni, con un arresto cardiocircolatorio in atto e una grave ipotermia. I medici sono intervenuti su di lui con l’innesto della circolazione extracorporea per riscaldare l’organismo e tentare nuovamente le tecniche di rianimazione, già effettuate sul luogo dell’incidente.

Nonostante la pericolosità del fuoripista, soprattutto per l’abbondante neve fresca caduta ieri, i due fratelli aquilani non erano degli sprovveduti. Entrambi, infatti, erano dotati dell’Artva, lo strumento elettronico utilizzato per la ricerca delle persone travolte in valanga. E’ stato proprio grazie a questo apparecchio che il fratello del ferito è riuscito ad individuarlo e a disseppellirlo dalla neve, non prima di aver avvisato i soccorsi.

Dall’ospedale di Teramo, intanto, si apprende che l’uomo, ginecologo all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, sta rispondendo bene alle terapie e il cuore ha ripreso normalmente le sue funzioni vitali. Il giovane è stato sottoposto a Tac e i medici mostrano un “cauto ottimismo”.

LA SLAVINA E GLI SCIATORI COINVOLTI – Le notizie che arrivano dagli impianti sono ancora poco chiare e al momento non si esclude l’ipotesi che possano essere rimaste travolte anche altre persone. Secondo quanto reso noto dalla Forestale, sarebbero comunque complessivamente tre le persone coivolte nella slavina.

La Forestale precisa che il più grave dei tre, l’uomo di 32 anni, è ricoverato in rianimazione all’ospedale civile di Teramo. Lo sciatore, si legge ancora in una nota del Corpo Forestale, è stato travolto completamente da una valanga di superficie che si è staccata, coinvolgendo gli altri due che, come lui, stavano facendo un fuoripista. Il bollettino Meteomont segnalava da ieri un pericolo valanghe ‘Marcato’ nella zona.

L’incidente è avvenuto in località Scontrone, nei pressi della funivia Fonte Cerreto, dove è immediatamente accorso il personale del Corpo forestale dello Stato. E’ intervenuta una [i]task force[/i] di Forestali appartenenti al Soccorso alpino forestale, al comando stazione e al coordinamento territoriale per l’ambiente di Assergi, al servizio Meteomont del comando regionale de L’Aquila. Sul posto è intervenuto anche un elicottero AB 412 del Corpo forestale dello Stato che ha portato in quota personale e unità cinofile, proveniente dal Pescara.

LA DINAMICA DEL SALVATAGGIO – Mentre la macchina dei soccorsi si muoveva per trasferire lo sciatore aquilano travolto da una slavina nel reparto di rianimazione cardiochirurgica dell’ospedale Mazzini di Teramo, sull’elicottero del 118 dell’Aquila, i medici rianimatori del 118 e del soccorso alpino non hanno smesso un attimo di praticare il massaggio cardiaco, per sostituirsi alla pompa cardiaca e assicurare l’ossigenazione al cervello.

Nel nosocomio teramano si è ricorso alla Ecmo, una macchina cuore-polmoni che permette la circolazione bypassando il cuore umano, normalmente utilizzata nel centro specializzato per l’assistenza negli interventi di cardiochirurgia, ma mai per rianimare un paziente vittima di un arresto cardiaco da ipotermia. Il corpo dello sciatore, secondo fonti mediche, aveva una temperatura di 24 gradi centigradi contro i normali 35-36. E’ stato necessario scaldarlo, mentre la Ecmo garantiva la circolazione extracorporea.

Quando i medici hanno deciso di tornare ad utilizzare il cuore dell’uomo erano le 16.15, tre ore dopo essere stato estratto dalla neve.

L’INCHIESTA – La Squadra Mobile, unitamente al personale di sicurezza e soccorso in montagna, sta cercando, anche attraverso l’ausilio di testimonianze, di ricostruire la dinamica dell’incidente, al fine anche di verificare eventuali profili di rilevanza penale, sotto il coordinamento del Pm di turno, David Mancini.

La Procura dell’Aquila ha aperto un’inchiesta e sono in corso indagini della Polizia per individuare eventuali responsabilità legate soprattutto a chi, anche tra i giovani coinvolti, potrebbe aver determinato la valanga, sciando fuori pista. Il bollettino ‘Meteomont’ segnalava da ieri un pericolo valanghe ‘marcato’ in zona.