
I carabinieri dell’Aquila hanno ascoltato, come testimoni, tre persone nell’ambito delle indagini sul furto della reliquia con il sangue di Giovanni Paolo II, avvenuto tre notti fa, insieme con quello di una croce nella chiesa di San Pietro della Ienca , alle falde del Gran Sasso.
I militari dell’Arma, guidati dal comandante provinciale, Savino Guarino, stanno esaminando quanto dichiarato dalle persone informate sui fatti per confrontare il tutto con le risultanze delle verifiche sulle telefonate agganciate alle celle della zona montana ed i rilievi, anche scientifici, fatti dopo la scoperta del furto sacrilego effettuata dal parroco José Obama, domenica mattina.
Al vaglio dei carabinieri anche l’attendibilità delle telefonate anonime arrivate. Nei prossimi giorni verrà ascoltato anche il presidente dell’ associazione culturale “San Pietro della Ienca”, Pasquale Corriere, ex consigliere comunale dell’Aquila, promotore delle iniziative di rilancio turistico del Gran Sasso, incentrato sulla figura di Wojtyla, che nell’apostrofare con toni molto duri il grave atto, ha sottolineato di essere convinto che si tratta di un furto sacrilego su commissione.
Giunge inoltre accorato, l’appello dal cardinale Stanislaw Dziwisz, per oltre cinquant’anni segretario personale di Wojtyla.
«Desidero rivolgere una richiesta a coloro che hanno sottratto la reliquia da quella chiesetta sotto il Gran Sasso. Vi prego restituitela prima della canonizzazione di Giovanni Paolo II».
«Spero dal profondo del cuore che chi ha sottratto la reliquia la restituisca. Bisogna fare tutto il possibile perché questo avvenga e spero che possa davvero accadere. Chi l’ha presa sa bene che non ha nessun valore. Prego perché la coscienza di questa persona abbia un sussulto e decida di restituirla, magari facendola ritrovare al parroco in qualche luogo lì attorno».
Appresa la notizia «sono rimasto senza fiato», racconta Dziwisz. «Non so darmi spiegazioni. Forse solo un atto di vandalismo. Mi sono chiesto a chi poteva mai servire questo furto. La reliquia del resto non ha nessun valore commerciale ma solo enorme peso affettivo, legato alla devozione di tanti fedeli. Anche se la storia della Chiesa come ben sappiamo è costellata di furti di oggetti sacri – osserva – questa è la prima volta che viene rubata una reliquia dell’amato Papa Wojtyla. Un brutto colpo per tutti noi».
LA PISTA SATANICA: «Dopo il furto avvenuto a L’Aquila della reliquia del sangue di Papa Wojtyla, Osservatorio Antiplagio ha ventilato a ragion veduta la pista satanica perché ha esaminato la situazione delle sette abruzzesi segnalategli dal 1994 ad oggi. Non escludendo che eventuali satanisti possano anche provenire da altre regioni, l’Abruzzo conta sparuti gruppi satanici, ma svariate denunce di profanazioni e messe nere».
Ad intervenire nuovamente sul furto sacrilego avvenuto nel santuario aquilano di San Pietro della Ienca, alle falde del Gran Sasso aquilano, è il coordinatore nazionale dell’Osservatorio, Giovanni Panunzio, insegnante di religione.
I carabinieri, tuttavia, pur non escludendo alcuna ipotesi, prediligono altre piste, in particolare quella locale: un furto su commissione o un “dispetto” fatto al presidente dell’associazione San Pietro della Ienca, Pasquale Corriere.
Al vaglio degli investigatori anche una serie di tabulati telefonici, continue perlustrazioni su stradine, anfratti e casolari limiterofi alla chiesetta dedicata a papa Giovanni Paolo II e l’audizione di persone ritenute informate sui fatti. «A Pescara – ricorda Panunzio – nel 1998 è stata individuata una setta femminile devota al demone femmineo Volac, evocato nei giorni precedenti il primo febbraio, data del capodanno satanico. Dal 2000 al 2006 nell’aquilano sono state rinvenute tracce e disegni di pratiche riconducibili al satanismo millenaristico, tra cui reperti di rituali sacrificali nelle tombe profanate dei cimiteri di Santo Iona e Paterno. Simboli satanici sono stati ritrovati anche nella Valle Roveto. Nel 2008 a Civitella Messer Raimondo è stato devastato il camposanto, dove vengono sepolti i bambini morti prematuramente. Nel 2009 ad Avezzano ignoti vandali hanno imbrattato i muri della Curia e di una libreria cattolica, con croci rovesciate e scritte inneggianti alla violenza».
«Nello stesso anno – ricorda ancora l’Osservatorio – in Cattedrale due ragazzi sono stati sorpresi a scheggiare con un coltello un’immagine del Cristo. In tutto il circondario, tra il 2008 e il 2010, la Procura della Repubblica di Avezzano ha aperto un fascicolo su diversi episodi, come il furto delle ceneri di fra’ Tommaso da Celano: dopo aver svuotato l’ampolla, i ladri l’hanno rimessa al proprio posto. Gli esperti e le autorità avevano detto allora che generalmente le ceneri e le reliquie vengono utilizzate per le messe nere. Nel 2012 al cimitero di Canistro sono state profanate due tombe. Sempre nel 2012, a Vasto, sono stati scoperti riti satanici all’interno del palazzo Genova-Rulli, con una bambola dagli occhi rovesciati appesa al soffitto ed un pentacolo azzurro sulla fronte, insieme a liquidi organici immolati al demonio. Nel 2013 a Ripa Teatina è stata segnalata una struttura sanitaria abbandonata, utilizzata per rituali satanici e violenze su giovani ragazze».
«Nel resto d’Italia – rende noto l’Osservatorio Antiplagio – i numeri dei gruppi satanici sono i seguenti: Basilicata 4, Calabria 15, Campania 38, Emilia Romagna 38, Friuli Venezia Giulia 5, Lazio 50, Liguria 24, Lombardia 65, Marche 22, Molise 2, Piemonte 54, Puglia 33, Sardegna 13, Sicilia 45, Toscana 37, Trentino Alto Adige 3, Umbria 10, Valle D’Aosta 2, Veneto 35. Le segnalazioni sul satanismo giunte al comitato Antiplagio dal 1994 sono state circa 2.200. L’età media dei cittadini coinvolti è 35 anni: di questi il 53% sono donne, il 47% uomini. I delitti più comuni associati alle pratiche sataniche – conclude Panunzio – sono: offesa alla religione mediante vilipendio di persone o cose, furto, violenza carnale, maltrattamenti, tortura e uccisione di animali, profanazione di chiese, necrofilia, uso di stupefacenti, vilipendio di tombe, induzione al suicidio, omicidio».