Slavina sul Gran Sasso, il racconto di un poliziotto

29 gennaio 2014 | 11:20
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Slavina sul Gran Sasso, il racconto di un poliziotto

«La chiamata al 113 è arrivata verso le ore 13.25 e io, dopo aver preso l’attrezzatura per intervento su valanga (ARTVA, pala, sonda e altro materiale) e chiamato oltre all’elisoccorso le squadre di rinforzo delle altre forze di polizia, dopo cinque minuti ero già sul posto assieme all’Agente della Polizia Municipale Andrea Antonetti – racconta l’Assistente Capo Alberto Giuliani, ieri in servizio di vigilanza e soccorso sulle piste da sci a Campo Imperatore, dove la Polizia di Stato è presente con un presidio dal 7 dicembre scorso.

«Appena giunto sul luogo dell’incidente, ho visto il fratello dello snowboarder investito dalla slavina che, messosi in salvo, aveva iniziato a scavare nel punto segnalato dall’Artva, riuscendo a liberare il viso di Mario. Ho iniziato a scavare anche io per recuperare tutto il corpo, che era già in stato di ipotermia e non dava segni vitali. Si sono portati sul posto subito dopo l’elicottero con a bordo il medico del 118 e del soccorso alpino, e con il cinofilo della Guardia di Finanza con il cane da ricerca. I sanitari hanno applicato il defibrillatore per cercare di rianimare il ragazzo e poi lo hanno trasportato all’ospedale di Teramo, dove sono proseguite le manovre salva-vita».

«I ragazzi – continua il poliziotto – percorrevano un fuoripista, ed in condizioni molto rischiose della neve come quelle di ieri, che dopo la nevicata di lunedì ed il rialzo delle temperature, era fortemente soggetta a pericolo di slavine. Fortunatamente gli sciatori avevano con sé un apparecchio per la ricerca delle persone investite dalle valanghe, che ha consentito di individuare rapidamente il ragazzo. Le ordinanze dello scorso anno del Sindaco di L’Aquila vietano di percorrere i fuoripista su tutto il territorio montano del Comune in presenza di pericolo 3 del bollettino Meteomont (pericolo marcato) ed entro le 72 ore dall’ultima nevicata; in ogni caso è importante attrezzarsi con degli apparati che permettano la geolocalizzazione in caso di necessità».