
«Una buona notizia per i cittadini che non ne possono più dagli sprechi e degli scandali del “partito dell’acqua” e non solo». Comincia così il comunicato divulgato da Maurizio Acerbo, consigliere regionale e comunale PRC.
«Da anni – prosegue – ci battiamo per la ripubblicizzazione del servizio idrico e dei servizi pubblici locali considerando un mostro giuridico l’affidamento a spa più o meno “in house”. Abbiamo sempre detto che non aveva senso – tranne quello di preparare la svendita delle quote ai privati – che un servizio pubblico che costituisce un monopolio venisse gestito attraverso un soggetto di diritto privato come la società per azioni. La gestione privatistica da parte di sindaci e loro delegati delle spa dell’acqua ha generato carrozzoni affaristico-clientelari senza regole i cui debiti ora pesano sulla cittadinanza. Basti pensare soltanto al gran numero di politici e loro parenti e amici assunti con contratto a tempo indeterminato senza concorso».
«Da lungo tempo Rifondazione Comunista e il Forum dei movimenti per l’acqua chiediamo la trasformazione delle spa, a partire dall’Aca, in aziende speciali di diritto pubblico. Nonostante la vittoria referendaria soltanto in pochissimi comuni (Napoli, Palermo entrambi governati da maggioranze con Rifondazione) si è data attuazione alla volontà popolare trasformando le spa in aziende pubbliche. A Pescara l’assemblea dei sindaci aveva assunto l’impegno alla trasformazione ma non son seguiti fatti. A livello regionale è stata approvata una legge bipartisan (senza il nostro voto) che si affida ancora alle spa. A fugare il campo dalle obiezioni di chi ha bloccato le nostre iniziative legislative per la ripubblicizzazione ora giunge il parere della Corte dei Conti su un quesito posto dal Comune di Torino:
‘L’operazione di trasformazione eterogenea di una società di capitali che gestisce un servizio pubblico a rilevanza economica (nella specie, il servizio idrico) in azienda speciale consortile, è compatibile sia con le norme civilistiche, trattandosi di organismi entrambi dotati di patrimonio separato, a garanzia dei terzi e dei creditori, e sia con le disposizioni pubblicistiche, intese a ricondurre tali organismi ad un regime uniforme quanto al rispetto dei vincoli di finanza pubblica’.
Secondo la Corte è da ritenersi superato l’obbligo, introdotto dal centrodestra ma mantenuto dal centrosinistra, di gestire i servizi locali attraverso spa: ‘è venuto meno ogni divieto assoluto alla gestione diretta, o mediante azienda speciale, dei servizi pubblici locali’».
«Non ci sono più scuse per dilazionare una svolta all’insegna dell’efficienza e della trasparenza dei servizi pubblici locali a partire dall’acqua. Rilanceremo la battaglia a livello comunale e regionale».