
C’è qualcuno che già grida al miracolo. Parte della stoffa del reliquiario di papa Karol Wojtyla, rubato la scorsa settimana dal santuario di San Pietro della Ienca, è stato ritrovato dalla polizia che sta tenendo in questi istanti una conferenza stampa a L’Aquila.
Il tessuto, intriso del sangue del Beato Giovanni Paolo II, era attaccato all’interno di un’ampolla con due filamenti d’oro.
I presunti ladri l’avrebbero spaccata propria per appropriarsi di quei pezzettini, comunque di scarso pregio.
Per il furto sono stati denunciati tre giovani aquilani, rei confessi. Intanto, sperando di ritrovare i rimanenti frammenti della stoffa, la polizia scientifica di Roma, con i cani molecolari, sta scandagliando il garage del palazzo antisismico del progetto ‘Case’ di Tempera dove i ragazzi avrebbero fatto a pezzi la teca pensando di trovare roba di valore.
Il frammento è stato ricostruito dal vescovo ausiliario dell’Aquila, Giovanni D’Ercole, secondo il quale mancano solo alcuni filamenti.
L’annuncio è stato dato dallo stesso monsignor D’Ercole nel corso di una conferenza stampa congiunta con la polizia e i carabinieri.
Il vescovo ausiliario si è detto ‘felice’, sostenendo che il frammento di tessuto è stato da lui personalmente ricostruito e che mancherebbero soltanto alcuni filamenti d’oro che la polizia sta ancora cercando con l’impiego della task force della Scientifica.
Le indagini sul furto sono state avviate domenica scorsa dai carabinieri, che, il giorno successivo avevano anche impegnato circa 50 uomini alla ricerca della refurtiva nell’area del santuario. Ieri mattina invece è stata la polizia a fermare i tre ladri e a ritrovare la parte metallica della reliquia e la croce. Il tutto gettato dietro un cespuglio nei pressi del Sert, nell’ex ospedale psichiatrico di Santa Maria di Collemaggio. Un angioletto, invece, che era posizionato sopra la piccola urna, era stato recuperato nell’abitazione di Tempera di uno dei tre indagati, tutti conosciuti alle forze dell’ordine.
A ricostruire la dinamica del furto sacrilego è il dirigente della squadra mobile Maurilio Grasso. Presenti anche il dirigente della squadra volante Enrico Rendesi, il capitano del Reparto operativo dei carabinieri Ragucci, alcuni parroci, Pasquale Corriere, presidente dell’associazione San Pietro della Ienca e, ovviamente, il questore Vittorio Rizzi.
Il vescovo ausiliare dell’Aquila, Giovanni D’Ercole, durante la conferenza, non ha taciuto il suo pensiero nei confronti dei tre ragazzi rei confessi: «Per questi tre ragazzi c’è il perdono di Papa Giovanni Paolo II e da parte nostra».
D’Ercole ha ringraziato «tutti coloro che hanno lavorato per ritrovare la reliquia». Le ricerche proseguono per trovare il resto, frammenti di piccolissime dimensioni, per completare l’opera di ricostruzione.