
di Antonella Calcagni
L’unica colpa che hanno è di aver scelto un lontano giorno di abitare nella zona di Campo di Fossa. A distanza di cinque anni dal sisma, continuano a restare nel limbo, con le loro vite sospese, le circa cento famiglie che abitano nella vasta area di via Campo di Fossa che comprende oltre all’omonima via, anche Via Cola dell’Amatrice, via Sant’Andrea; strade tristemente note per il decesso di alcuni residenti nella maledetta notte del 6 aprile.
Cavità sotterranee artificiali e naturali, terreno poco compatto e presenza di una faglia sono le caratteristiche che hanno impedito di dare una risposta ai residenti della zona che allo stato non sanno neanche se potranno ricostruire dov’era e com’era la loro abitazione. Dopo aver atteso per anni, la maggior parte dei residenti ha optato per la richiesta di un’abitazione equivalente presentando istanza in comune.
Anche presentare la domanda non è stato facile perché in alcuni casi le abitazioni non erano crollate, né avevano problemi di qualità bassa del calcestruzzo, pertanto non rientravano nei requisiti per la richiesta dell’abitazione sostitutiva. Dopo riunioni e riunioni la situazione non si è ancora definita.
Allo stato sono circa 150 le domande per abitazioni equivalenti, la maggior parte è concentrata nella zona di Campo di Fossa. Il dato che fa riflettere è che il pool di consulenti pagati con i soldi della ricostruzione non sia stati in grado di risolvere il rebus. Un esempio per tutti sono i 9 esperti della SAC (Struttura alta consulenza) il cui compito era proprio quello di dare risposte e fornire un supporto scientifico sulla scorta dell’esperienza fatta in altri terremoti. Neanche loro sono riusciti a risolvere il problema della zona a quattro passi dal centro storico.
Quello che ci vuole secondo uno dei saggi del Sac, l’architetto Daniele Iacovone, è un piano sistematico geologico. Quello che si sta cercando di fare a Fossa così come a San Gregorio, dove c’è il passaggio della faglia, è creare un coordinamento dei geologi che hanno avuto gli incarichi per la redazione dei singoli progetti del grande comparto. Tutto però è rimasto in sospeso alla luce del fatto che anche i contratti della Sac sono scaduti nel novembre del 2013 e non ancora rinnovati. Dal canto loro, molti cittadini che hanno presentato istanza per l’abitazione equivalente attendono un segno dal Comune.