
Continua la sfilata degli indagati al palazzo di Giustizia a Pescara nell’ambito della prima giornata di interrogatori per l’inchiesta sui falsi rimborsi per le missioni istituzionali della Regione Abruzzo.
In attesa che finisca l’interrogatorio dell’assessore al Lavoro e Istruzione, Paolo Gatti, davanti ai Pm Di Florio e Bellelli, è il turno dell’assessore all’Agricoltura, Mauro Febbo, il quale affronta i giornalisti nell’attesa per spiegare che: «Ho già detto ai Pm che mi ricandido alla Regione, gliel’ho detto perché il mio primo reato in teoria sarebbe a Verona, e potrei chiedere la ricusazione. Ma siccome io voglio uscire da Pescara pulito, perché so che questa indagine nel mio caso è stata asettica, sono state prese le carte in modo acritico, io ne uscirò a posto».
«Tutti i miei conti quadrano alla lira – prosegue Febbo – solo viaggi istituzionali, a Roma sono andato con la mia macchina, e se avessero acquisito tutta la documentazione non saremmo a questo punto e il castello sarebbe caduto».
Quanto ai guai della Giunta e dei suoi colleghi, Febbo, che è assistito dall’avvocato Massimo Cirulli, ha detto che «se Chiodi dimostrerà di essere estraneo e pulito, è giusto che si ricandidi alla Regione. I suoi problemi privati non mi riguardano, e non riguardano la politica».
Ha detto Febbo ai cronisti: «Sono imputato per aver partecipato a due Vinitaly e ad una conferenza di servizi in Sardegna, qui ho dormito in un B&B per 90 euro. Ho fatto delle missioni a Roma per la marineria pescarese e altre volte per il terremoto. Su questo ho presentato tutta la documentazione, sono quindi sereno. Mi preme sottolineare che non mi viene contestato di aver fatto viaggi in prima classe, ho fatto 36 missioni estere e non ho mai dormito in alberghi a 5 stelle. La sobrieta’ che ho dimostrato in questi cinque anni la confermeremo oggi davanti ai magistrati».